Il Teatro Nō al “Festival dei 2Mondi” di Spoleto
È ufficialmente iniziata a Spoleto il 28 giugno, la 62esima edizione del Festival dei 2Mondi. La suggestiva cornice del Chiostro di San Nicolò ha ospitato per la prima volta una rappresentazione di teatro nō. “Takigi Nō della Scuola Hōshō, spettacolo di Nō alla luce dei falò”.
Questa forma teatrale molto antica sorta in Giappone, si contraddistingue per l’uso di maschere caratteristiche e abiti tradizionali, la grazia di movimenti lenti accompagnati da un canto gutturale e da strumenti a fiato e a percussioni, l’essenzialità della scena. Pressoché sconosciuta dalle nostre parti, ha destato la curiosità degli spettatori che nel giardino del chiostro, sovrastato da un cielo di rondini in volo e con il palco illuminato da tizzoni che bruciano nei bracieri, hanno potuto assaporare tutta la spiritualità di questo magico racconto. Gli attori sono Kazufusa Hōshō Shuntokumaru, (ventesimo caposcuola della scuola di attori Nō, vanta una carriera di riconoscimenti e successi in tutto il mondo); Hiroshi Obinata Takayasu, il padre di Shuntokumaru e Norishige Yamamoto il servitore di Takayasu. Il coro è composto da Takashi Takeda, Satoshi Nozuki, Norimasa Takahashi, Katsunori Yabu, Kouki Sano, Takashi Kawase e i musicisti Ryūichi Onodera Nōkan (flauto), Mitsuhiko Sumikoma Kotsuzumi (piccolo tamburo a clessidra), Rokunosuke Iijima Ōtsuzumi (grande tamburo a clessidra), Akio Mugiya Taiko (tamburo).
Da tempo smarrito nelle vie delle tenebre di questa vita, il giovane Yoroboshi rinnegato dal padre e diventato un mendicante cieco, si affida alla misericordia del Buddha nel tempio di Shitennoji, affacciato sulla baia di Naniwa (Osaka). In questo tempio si sta svolgendo una funzione di elargizione di elemosine voluta proprio da suo padre per la salvezza del figlio che aveva cacciato prestando ascolto alle calunnie di un conoscente. Il giovane ridestatosi alla sua realtà, si riunisce al padre e per mano nell’oscurità ritornano insieme al villaggio. Una toccante storia di riconciliazione tra padre e figlio raccontata alla maniera orientale, che ha commosso gli animi.
Michela Bruschini