“Il silenzio dei morti”: un potente giallo nella Germania degli anni Sessanta firmato Maximilian Rosar
Francoforte, alla fine degli anni ’60, più precisamente tra maggio e giugno del 1967. La seconda guerra mondiale è finita da tempo, ma le ferite che ha lasciato sono profonde e indelebili. Sono iniziati i processi contro coloro che hanno contribuito allo sterminio degli ebrei. Udienze, processi, condanne. In una nazione già divisa e ancora sofferente il commissario Joachim Preusser tenta di scacciare i propri demoni, senza molto successo, andando all’opera, accompagnato dalla moglie Helga. Tuttavia la sua serata verrà interrotta: un cadavere è stato trovato nel Meno, si tratta di una giovane ragazzo, nudo e con una ferita da arma da taglio. Il commissario si prende carico delle indagini insieme ai colleghi Wiedemann e Gesshoff. Tutti gli indizi sembra che confluiscano in un’unica direzione: omicidio a scopo di rapina, ma qualcosa non torna. La vittima è un giornalista americano, ebreo, ed era venuto in Germania a seguire il secondo processo di Auschwitz. Dalle indagini emergono degli elementi che fanno pensare anche ad altre eventualità, ma a causa delle reticenze dei superiori relative all’argomento campi di concentramento, Preusser si trova davanti diversi ostacoli. Tuttavia, non si arrende e decide di indagare fino in fondo, cosa che lo obbliga anche ad affrontare i fantasmi del proprio passato, quelli che lo tormentano ancora e lo fanno tremare e svegliare urlante la notte.
“Il silenzio dei morti” (Emons, Collana Gialli Tedeschi, 2022, pp. 352, EUR 15) di Maximilian Rosar (tradotto in italiano da Simone Aglan-Buttazzi), è intenso e lacerante in alcuni passaggi, rispecchiando il momento storico dell’ambientazione. Uno stile carico di immagini e di dolore, quello di un periodo che la Germania non potrà mai dimenticare né tantomeno cancellare. Il commissario stesso è un personaggio potente, con una coscienza che urla e che non riesce a placare, che va a rivangare i ricordi di quando era un soldato. La sua famiglia, composta dalla moglie Helga e dalla figlia Elke, non sa nulla del suo passato, a parte il fatto che lo tormenta incessantemente. Il caso di omicidio di cui si occupa porterà a galla ricordi e altre verità sconcertanti accadute durante la guerra nei campi di concentramento. Questo romanzo non può lasciare indifferente chi legge e, nonostante il carico emotivo che porta con sé, conquista in pieno.
L’autore, Maximilian Rosar, è docente di economia aziendale e vive a Treviri con la moglie e le due figlie. “Il silenzio dei morti” è il primo romanzo che vede protagonista il commissario Preusser. In Germania quest’anno è uscito il sequel, intitolato Die Schuld der Toten (La colpa dei morti).
Roberta Usardi