Il sesto album in studio di Waldeck è “Grand Casino Hotel”
Venerdì 3 luglio esce per Dope Noir Records / Audioglobe “Grand Casino Hotel”, il nuovo album di Waldeck, il sesto per la precisione. Con questo nuovo lavoro discografico l’artista entra nel mondo del road movie americano; non mancano le collaborazioni da parte di conoscenze di lunga data di Klaus Waldeck, come Patrizia Ferrara, Zeebee, Joy Malcom e Carl Avory.
Un sound intrigante e canzoni perfette come compagne di un viaggio “on the road”, dodici tracce brevi e fluide, che rievocano altri tempi. Ma andiamo più a fondo.
“So strong” immerge in un’atmosfera in cui si sente il vento prima che abbia inizio un blues western, in cui la voce di Zeebee e la tromba donano un tocco di malinconia al tutto: “You could be right about tonight, but I’ll be gone”.
“One of these days” vede ospite la voce di Patrizia Ferrara in una malinconica ballad, con un tocco di elettronica inaspettato, ma funzionale, da metà brano in poi “one of the days your keys won’t fit no more, one of these days you’re gonna keep on knocking on my door”.
“Lady Bedford Sty” con alla voce Patrizia Ferrara, è un funky trascinante con un tocco di rock e una melodia fluida.
“Look at me Joe” incalza in un mood di anni passati, in cui si adatta alla perfezione la voce di Patrizia Ferrara, in una melodia ridondante, nostalgica, con un finale risolutore.
“Sexy thing” parte con un giro di basso interessante per virare verso il rock and roll, con ospite la voce di Zeebee che canta “I wanna be your sexy thing”.
“Una promossa” mescalino dub è una malinconica bossa con una chitarra solista che esalta il mood del brano, insieme ai cori delicati.
“Run run run…” ammalia con il giro di basso fin dalle prime note e un richiamo a passate sonorità, adorno della voce di Patrizia Ferrara che trascina nella melodia irresistibile.
“Hold me” è un brano dal ritmo contagioso e dalla melodia intrigante e Carl Avory canta versi ammalianti: “won’t you admit that you’re addicted to me, please hold me tight, only tonight only tonight”.
“Where do we go from here” è un brano diverso da tutti gli altri, che inizia con piano in un giro armonico pieno e aperto e la voce, lo splendido timbro di Joy Malcom che canta: “you make me smile, you make my cry, so near so far, good times, bad times” in contrasto con i cori invece sottili e acuti.
“Lost in Nevada” è un altro strumentale d’effetto che inizia cauto con gli strumenti, con bellissimi cori che sfoderano una piacevole dinamicità e un ritmo appena accennato.
“I need to let you go” inizia con degli applausi registrati, come se l’ascoltatore fosse presente a un concerto dal vivo, anche per la sonorità grezza; alla voce Zeebee canta consapevolezza: “I need to let you go, I know”.
“Blue is the beginning” è un lento avvolgente in cui Zeebee canta ciò che rappresentano i colori, in un’interpretazione struggente: “red is the end, green is in the middle, and brown might be your bed” – “Colors will be weeping behind the secret door”.
Un bel disco che riesce pienamente nel suo intento di portare chi ascolta lungo un viaggio verso la libertà.
Roberta Usardi
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