“Il serenissimo. Ovvero, l’inatteso fascino della mediocrità” di Biagio Iacovelli
“Il Serenissimo. Ovvero, l’inatteso fascina della mediocrità” (Rogas Edizioni, 2021, pp. 126, euro 13.70) è un romanzo grottesco, satirico, ambientato nella immaginaria (ma molto riconoscibile) Litaija.
L’Amato Serenissimo Serge Mathievz
Lo spunto da cui parte il libro è quello di un reportage per il paese litaijano alla scoperta dell’Uomo Nuovo, l’Amato Serenissimo Serge Mathievz, colui che della mediocrità ha fatto e plasmato una nazione intera. Narrato da una prima persona che è quella dell’Autore, un individuo a cui il Governo ha assegnato proprio il destino da giornalista, Il Serenissimo si propone come (finta) inchiesta giornalistica alla ricerca delle orme lasciate dal Mezzobiondo (chiamato così per la sua letterale particolarità tricologica) Serge. Facciamo così la conoscenza dei genitori di Mathievz, del padre taciturno morto a causa di un’aggressione da parte di una pantera-cinghiale che lo divora, senza che il figlio lo aiuti in alcun modo; alla madre, vera maestra di vita del piccolo Serge, con le sue continue violenze psicologiche. Conosciamo il giovane Wilhem Tonek, compagno di scuola emigrato dal sud della Litaija e oggetto di continue offese da parte dei suoi compagni di classe, che trova solo in Serge quello che sembra un vero amico, benché basti poco per accorgersi del talento del futuro Serenissimo nello sfruttare chi lo avvicina, con la capacità di infilarsi nelle crepe di ogni individuo e sfruttarne le debolezze.
Il Menouomo
La ricerca giornalistica dell’Autore protagonista del libro ci fa conoscere anche il teorizzatore del Menouomo: Uomo o Superuomo? Menouomo è il titolo del saggio del professor Zvehrev che pone le basi del pensiero su cui si reggerà la Mediocrazia a venire. Scrive infatti Zvehrev: “L’Uomo ha bizogno di capire che l’unico zuo zcopo all’interno della vita è la pazzività, che ogni tentativo di raggiungere un’altezza zuperiore alle zue effettive capacità è inutile. […] Io amo colui che vive per non conozcere nulla di nulla, e che non vuole conozcere nulla affinché il Menouomo pozza vivere.” Ma la ricerca di verità del nostro Autore ci guiderà anche in zone oscure del leader di questo farlocco Paese che tanto assomiglia al Nostro, e che trasformerà il reportage dell’Autore in qualcosa di più radicale.
Il racconto di una società
“Il Serenissimo. Ovvero, l’inatteso fascino della mediocrità” è un testo comico che usa la chiave del grottesco per parlarci del nostro tempo, della nostra classe politica, della nostra classe culturale: ovvero una società incapace di sognare, di sperare, di elevarsi dal terreno di miseria e, appunto, mediocrità, nella quale viene costantemente tenuta al ribasso da parte della classe culturale. Scrive Moni Ovadia nella prefazione al volume: “La Mediocrazia si fonda sulla sottrazione ai propri sudditi di ogni emozione, sentimento, vocazione, fine, destino; sudditi che ricevono in cambio la consapevolezza della propria inutilità per accedere a uno stato di ebetudine definito «serenità», anche in omaggio a Serge Mathievz, su cui viene attribuito il titolo di «Serenissimo»”
“Il Serenissimo” di Biagio Iacovelli è una spassosa indagine satirica su ciò che siamo diventati o che possiamo diventare noi italiani. D’altronde, i podromi ci sono tutti.
Sesto Mantra del Serenissimo
Rinuncia all’altalena nauseante delle emozioni. Abbraccia la serenità passiva di un mondo in cui le tue responsabilità non ti appartengono.
Giovanni Canadè