IL SECCHIO E LO SPECCHIO di Francesco Lorusso
… e sul lungo litorale della lingua
la parola si appieda con forza
a questo bruno secondo ossessivo
dove oggi ti vivo nel vivo dell’addio.
IL SECCHIO E LO SPECCHIO (Manni Editori, 2018) è l’ultima raccolta poetica di Francesco Lorusso che – senza mezzi termini – ci sbatte in faccia la realtà odierna fagocitata dallo sviluppo e dall’era delle telecomunicazioni.
E riesce a farlo bene Lo Russo, attraverso una tipologia desueta per questo campo come può esserlo la poesia. Una poesia razionalizzata, strutturata e consapevole che analizza la perdita della memoria storica e di quei rapporti interpersonali che si ancorano sempre più al potere della forza tecnologica, ai finti ideali e alle “false connessioni”: uno sviluppo che – come ci diceva Pasolini – brama la produzione smaniosa di beni superflui, infatti continuiamo a fermare il tempo nella memoria illusoria di un piccolo apparecchio elettronico “fuori dall’ultimo selfie il tempo fermo presente permane nell’insano possesso cerebrale di un palmare”.
E poi?
Attraverso questi nuovi meccanismi di legami con il mondo, il poeta esamina in – cinque sezioni – la solitudine, la morte e il dolore in una società che altro non è se non lo specchio che riflette – come il mare – ciò che siamo diventati: esseri insicuri colmi di paura, senza identità e condannati oramai a una costante prigionia. Pensieri e timori che si sviluppano tra le aride mura di casa: quello che era il nido protettivo diventa un covo di instabilità e di assenza. Le speranze sono lasciate a oramai a marcire in un secchio, l’unico barlume a sprigionare sentimenti e libertà sembra essere solo la morte, “questa lebbra troppo arida e dalla forza febbrile”.
Marianna Zito
Ringrazio Marianna Zito
per la sua acuta nota di lettura fatta al mio libro di poesie, Il Secchio e Lo Specchio, venuto alla luce quest’anno per i tipi di MANNI Editore.
Un grazie anche a Modulazioni Temporali per l’ospitalità concessami.
Un saluto a Tutti.
Francesco Lorusso