Il rock al femminile targato “FemIta”, il libro di Laura Pescatori
Le donne e la musica, un binomio esplosivo, soprattutto se si tratta di rock. Di norma si associa la parola “rock” a un ambito maschile perché si tratta di qualcosa di duro, di forte, ma è un preconcetto che va abolito, perché anche le donne possono essere rock, eccome, e non solo nella musica, ma anche, e soprattutto, nel proprio stile di vita. Volete una prova? Potete trovarne tantissime nel libro “FemIta. Femmine Rock dello Stivale” (edizioni Underground?, 2020, pp. 332, euro 15) di Laura Pescatori.
L’autrice ha girato l’Italia in lungo e in largo lo scorso anno per raggiungere ben trentanove artiste rock donne e intervistarle perché con il loro modo di fare musica e con la loro personalità hanno prevalso in un ambiente ricco di stereotipi declinati al maschile e straripanti machismo. Attraverso le domande che Laura Pescatori ha posto a ciascuna artista si vengono a conoscere i percorsi musicali, il carattere, gli incontri, le opportunità che si sono aperte in diversi momenti storici, che vanno dagli anni duemila a ritroso fino agli anni quaranta. Non sono presenti tutte le artiste italiane, solo una parte, che basta per capire il percorso della femminilità rock in Italia, le influenze e l’impatto musicale.
Il viaggio che il lettore compie, intervista dopo intervista, tocca personalità poliedriche in stili e attitudini: ad esempio attraverso le parole di Sabrina Napoleone e Cristina Nico, che insieme a Valentina Amandolese hanno fondato il collettivo Lilith e la più recente etichetta discografica. Ma non solo, le tre cantautrici sono anche organizzatrice dal 2011 dell Lilith Festival di Genova, dedicato alla musica d’autrice. Troviamo anche formazioni, rigorosamente tutte al femminile, come la ska band Tremende, l’alternative rock band Mumble Rumble o i Saint Just guidati da Jenny Sorrenti, che del libro ha scritto la prefazione. È presente anche la testimonianza di un’artista come come Helena Velena, transgender che ha iniziato la sua carriera negli anni Settanta o come Jula de Palma, che con il brano “Tua” suscitò grande scalpore al Festival di Sanremo nel 1959.
Uno degli stimoli di questo libro è quello di dare al lettore la possibilità si scoprire o di riscoprire un pezzo di storia della musica italiana al femminile: da artiste come Cristina Donà, Patrizia di Malta, Erica Mou, Eva Poles (che fu la voce dei Prozac +) e Mara Redeghieri (che fu la voce degli Üstmamò) ad altre cantautrici come Agnese Valle, Ambramarie, rocker bergamasca che emerse in un noto talent, il movimento Rock with Mascara fondata dalle Roipnol Witch, che unisce le rock band femminili italiane o ancora le Bambole di Pezza, una delle band al femminile che ha venduto più dischi. E non sono solo che alcuni nomi tra quelli presenti nel libro.
Questo libro e molto altro in questo viaggio musicale, che ha dentro di sè molto di più di semplici parole scritte: ogni pagina è un invito all’ascolto e a entrare in profondità in un universo femminile sempre determinato e coraggioso.
Roberta Usardi