“Il ragazzo”: la memoria di Annie Ernaux
“Avevo l’impressione di essere eterna e morta allo stesso tempo.”
Per scrivere è necessaria la memoria del passato e memoria non sono solo ricordi. Per scrivere “spesso ho fatto l’amore”. Sono queste le parole di Annie Ernaux nel libro “Il ragazzo” (L’Orma Editore, 2022, pp. 58, euro 8), dove la storia si sviluppa dall’incontro tra una donna e un ragazzo di trent’anni più giovane, dove l’amore crea in continuazione e dove non si cerca il significato di ciò che accade ma se ne gode solo l’attimo, il preciso istante.
Il paragone tra il passato della donna e il presente è costante, l’immagine di lei all’età del giovane è viva e vivida. Un’immagine costante e sconcertante. Il riflesso di una vita passata sul presente. La proiezione in una nuova generazione, disagiata e precaria, con cui non esiste legame di appartenenza, ma un enorme divario rispetto a quella della donna e al suo stato borghese.
“Mi sembrava di non essermi mai alzata da un letto, lo stesso letto da quando avevo diciotto anni, ma in luoghi differenti, con uomini diversi e indistinguibili l’uno dall’altro.”
Con tutte le carte in mano e tutte le possibilità di cambiare la vita di questo giovane uomo, di cui poteva serenamente essere la madre. Cambiarle ora, ma mai con una proiezione nel futuro. “Il presente ci basta”, un presente che altro non face se non duplicare il passato, mischiando “sesso, tempo e memoria”.
Nell’impeccabile traduzione di Lorenzo Flabbi, arrivano le parole di Annie Ernaux a raccontare una storia scabrosa e intensa, irrazionale e piena di passione. Una storia che disorienta ma rende vivi, facendo toccare con mano la realtà dello scandalo e quell’amore unico che trasuda da due punti di vista differenti.
Marianna Zito