“Il rabbino e il commissario. Non uccidere”: il divertente romanzo poliziesco di Michel Bergmann
“Lo sapeva che oltre il sessanta percento degli omicidi avviene in famiglia e di questi più della metà non vengono scoperti? E vuole sapere perché? Perché la polizia fa la multa a chi parcheggia in divieto di sosta invece di dare la caccia ai criminali. Ecco perché.”
Colonia, comunità ebraica. Il rabbino Henry Silberbaum è un uomo che svolge alacremente il proprio lavoro e che va fino in fondo alle situazioni che coinvolgono la sua comunità. A maggior ragione se un giorno un’anziana e ricca signora muore poco tempo dopo avergli confidato la propria intenzione di donare alla comunità ebraica un milione di euro per una nuova biblioteca. La morte della signora, pur essendo stata confermata come conseguenza delle sue problematiche cardiache, mette la pulce nell’orecchio del rabbino, che ritiene ci sia sotto dell’altro. Durante l’incontro con lei erano emersi tanti elementi, che al rabbino fanno pensare a un complotto del marito e della sua amante per poter intascare l’eredità. Ma davvero è così? Il rabbino ne è convinto, ma come può dimostrarlo? Servono prove concrete. Forse la polizia può aiutarlo, nella fattispecie il commissario Robert Berking, che, nonostante l’iniziale scetticismo e reticenza, viene incuriosito dalla determinazione del rabbino, che non esita a mettersi in gioco e a escogitare di tutto per dimostrare la verità dei fatti.
“Il rabbino e il commissario. Non uccidere” (Emons, 2023, pp. 250, euro 15) è il primo romanzo di genere poliziesco scritto da Michel Bergmann, uscito nel 2021 e pubblicato in Italia con la traduzione di Monica Pesetti lo scorso 28 aprile.
Un romanzo piacevole e divertente, che si legge in un baleno e che mette in luce il punto di vista di un comune cittadino, un investigatore non ufficiale, che sente dentro di sé la necessità di fare chiarezza e giustizia usando tutti i mezzi in suo possesso (e a volte anche andando oltre). Henry Silberbaum è un personaggio ben delineato, esilarante, per cui risulta naturale provare simpatia grazie ai suoi modi spontanei e schietti. In coppia con il commissario il rabbino conquista pienamente il lettore e lo accoglie anche nelle sue diatribe quotidiane, mostrando e definendo il proprio ruolo nella comunità ebraica, al di là del caso in cui decide di impicciarsi. Parallelamente alla trama poliziesca si passa attraverso le tradizioni, il culto e anche la lingua ebraica: spesso vengono usati termini in lingua, di facile interpretazione, e che rendono tutto il contesto più realistico. In coda al romanzo il glossario fornisce nel dettaglio la spiegazione dei diversi termini.
Dello stesso autore è già uscito in lingua tedesca anche un altro romanzo con gli stessi protagonisti, attualmente in fase di traduzione presso Emons.
Roberta Usardi