Il pathos di Mediterranea accende gli animi dell’ Estate Spoletina
Capita di rimanere rapiti e affascinati dinanzi a una bellezza di cui non molto spesso si è spettatori e il 21 Luglio al Teatro Romano di Spoleto al cospetto della performance Mediterranea è successo proprio questo. Infatti, i ballerini – conducendo lo spettatore in un viaggio nel tempo e nello spazio del Mare Nostrum – hanno rivelato grazie alla plasticità del loro movimenti, una passionalità che raramente si esibisce.
Per questo dobbiamo ringraziare il corpo di ballo della Daniele Cipriani Entertainment che ha messo in scena la più famosa coreografia di Mauro Bigonzatti, nata oltre 25 anni fa. Il balletto è costruito sulla contrapposizione tra movimenti energici e veloci e intensi passaggi lirici a cui sono stati adattati vari brani musicali di epoche diverse provenienti dall’area mediterranea. Su una pioggia prima delicata e poi sempre più battente del brano Le folies d’Espagne del compositore francese barocco Marin Marais, un Uomo di Terra (Umberto De Santis) e un Uomo di Mare (Francesco Moro) prima si scontrano poi a poco a poco si incontrano. Un lento avvicinamento caratterizzato dal mescolarsi di passi via via sempre più bruschi e violenti, in cui la tensione rimane altissima. A loro sono alternati altri passi a due (Valentina Chiulli e Marco Fagioli; Andrea Caleffi e Davide Pietroniro) che ripropongono lo stesso schema dell’Uomo di Terra e di Mare. Questa ritmicità incalzante è sottolineata anche grazie all’aiuto dei diversi brani musicali come quelli di György Ligeti e Wolfgang Amadeus Mozart, Giovanni Pierluigi da Palestrina e molte altre musiche della cultura del mediterraneo.
Nel finale i ballerini si raccolgono in un grande abbraccio come simbolo di speranza di un’ unione tra le diverse culture che animano il Mediterraneo. Anche oggi, nonostante i 25 anni trascorsi, questo balletto è più che mai attuale perché riflette le difficoltà di dialogo e confronto che manifestano popoli apparentemente diversi, ma con radici condivise che si affacciano su questo specchio d’acqua.
Michela Bruschini