Il nuovo successo del Teatro Armathan: “La nonna”, di Roberto Cossa
La compagnia amatoriale Teatro Armathan si riconferma essere una eccellente realtà professionale, portando in scena dal 3 al 15 agosto, per la rassegna veronese Teatro nei cortili, presso il cortile Montanari, la commedia argentina La nonna, di Roberto Cossa, con la regia di Marco Cantieri.
Una grande comicità e forza espressiva che irrompono incandescenti, rendendo in sordina la vera portata del testo, realizzato nell’Argentina della dittatura militare di Videla, negli anni ’70, in cui Cossa sopravvive e reagisce, facendo del teatro uno strumento di lotta politica e di resistenza. La nonna è un grido contro la censura, contro uno dei peggiori terrorismo di stato mai perpetuati.
Funzionale e accattivante l’idea scenografica di Cantieri e Franca Guerra, con le luci di Federico Caputo, minimalista quel tanto da non avere nessuna sbavatura, permettendo agli attori di avere la giusta portata, a cominciare dalla protagonista, la nonna-Massimo Recchia: imponente, regale, cinica, perennemente affamata, impassibile di fronte all’affanno quotidiano dei familiari che non riescono più a campare. Una famiglia di origini italiane emigrata in Argentina, in lotta per la sopravvivenza, messa in scena da un cast di attori bravissimi: Pamela Occhipinti, Alessandra Montresor, Jonathan Finocchi, Raffaele Tammaro, Stefania Corsini e Marco Cantieri/Marco Morbioli.
Con una interpretazione tutt’altro che amatoriale e un ritmo vivace costante, i protagonisti della vicenda vivono l’emergenza di avere del cibo in tavola, principalmente per accontentare la nonna, che non ha limiti alla sua ingordigia, una tracotanza alimentare senza fine, e che, giorno dopo giorno, porta all’esasperazione tutti i membri della famiglia, in un vortice di angoscia e scelte assurde, dettate dall’ansia di vivere. Una nonna che è il potere cattivo, vigilante e senza sentimenti, che, in un susseguirsi di azioni esilaranti che portano il pubblico all’ilarità traboccante, mostra a tratti il grottesco, il volto del male che provoca eroi per caso ma anche molte vittime. La nonna è un testo importante per la sua particolarità storica, che usa la nota comica per aggirare, rendere catartico un potere che svuota e rende prigionieri. Una richiesta incessante di pane, formaggio, lupini, cioccolatini, e tutto ciò che c’è di commestibile, senza pause, un loop esasperante in cui il suono della risata cela la farsa, la reale tragedia, il volto clownesco che non sa più distinguere tra bene e male, un’eco nel silenzio.
Uno spettacolo che fa riflettere divertendosi, una messa in scena impeccabile del Teatro Armathan.
Silvia Paganini