Il museo delle promesse infrante: una storia d’amore tra Praga e Parigi
Cosa c’è di più interessante di un museo in cui vengono conservate le emozioni al posto di quadri e statue? Ogni oggetto diventa il segno tangibile di un amore perduto, di una fiducia dissolta. Lo sa bene Laure, la curatrice del Museo parigino delle Promesse Infrante, che appare subito ai lettori come una personalità fortissima divisa tra il suo passato a Praga e il suo presente a Parigi.
Il passato è dettagliato, toccante. Laure era una ragazza alla pari che ha lasciato la Francia ed è arrivata a Praga nell’estate del 1986. Intorno a sé aveva un mondo nuovo e piuttosto grigio da scoprire. Era un mondo dove la libertà era assente, dove essere pedinati era una normale consuetudine, dove il rock del gruppo Anatomie l’aveva conquistata e l’aveva fatta innamorare perdutamente di Tomas a uno spettacolo di marionette.
Ma cosa c’entra il regime nella loro storia d’amore e, soprattutto, deve credere o meno al suo datore di lavoro Petr, quando cerca di metterla in guardia da questo ragazzo?
Un biglietto, una stazione, una separazione. Nella Parigi odierna Laure non fa che pensare alla sua scelta spinta anche dalle domande incalzanti di May, giornalista ambiziosa, che fruga tra i suoi documenti e le riporta un pezzo di passato indietro: Milos con la marionetta di Pierrot. Quella marionetta è l’ultimo filo che la collega a Tomas, alla Praga degli anni ’80 quando avrebbe fatto di tutto per stargli accanto.
Può davvero il tempo risistemare tutto?
“Il museo delle promesse infrante” di Elizabeth Buchan, (Edizioni Nord, pp. 396, euro 18,60) è un romanzo che catapulterà il lettore in tanti scenari diversi. Da un lato c’è Parigi con gli oggetti da sistemare in un museo alquanto singolare e dall’altro c’è Praga con un passato da svelare. La scrittura di Elizabeth Buchan è semplice e dipana la sua bellezza attorno ai ricordi di Laure e attorno all’ultima imprevedibile verità.
Debora Colangelo