Il mondo alternative rock della band romana Inner Skin – L’intervista
Gli Inner Skin sono una band romana formatasi tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, ma con un percorso musicale già attivo da cinque anni. La band ha pubblicato l’ultimo singolo “Lone Sleeper” lo scorso luglio, il sesto fino a oggi, dopo “Whispers”, “Once”, “Care”, “Poison” e “Brothers”; tutti i singoli sono stati prodotti da Fabio Trentini. Gli Inner Skin sono: Alberto Frasson (voce), Giorgio Ranciaro (batteria), Francesco Tripaldi (basso), Tristan Pesarini (chitarra, tastiere). Abbiamo fatto loro qualche domanda per conoscerli meglio.
Vi siete formati recentemente e avete pubblicato a oggi sei singoli, qual è il vostro processo compositivo, create direttamente in sala prove o portate idee già pronte da sviluppare?
I brani li ho composti io (Alberto) nei 2 anni precedenti alla nostra formazione, avvenuta grazie all’intermediazione del nostro produttore artistico Fabio Trentini (Guano Apes, H-Blockx, -Le Orme). Per ora abbiamo abbastanza materiale per continuare la produzione, ma non vediamo l’ora di sperimentare un approccio creativo più corale. Diciamo che all’epoca ho fatto di necessità virtù visto che, nonostante una lunga ricerca, non sono riuscito a trovare i giusti compagni di viaggio. Così mi sono messo alla prova e ho iniziato a comporre senza sapere cosa sarebbe uscito. Alla fine ne è valsa la pena.
Come avete deciso il nome Inner Skin? Che forma e colore ha la vostra pelle interiore?
Inner Skin è una costola del testo di “Once”. Ci piaceva il concetto e il suono, così abbiamo deciso di usarlo anche come nome della band. Forma e colore corrispondono esattamente alle tinte del nostro sound, colori pieni, spesso dark, ma a volte anche morbidi e avvolgenti. Diciamo che la nostra musica riveste le nostre emozioni come la pelle avvolge e protegge il corpo.
Quali sono i vostri artisti di riferimento, e per Alberto in particolare quali sono i suoi vocalist di riferimento?
Personalmente ho ascoltato sempre tanto hard rock, partendo dai Pearl Jam, Soundgarden, Alice in Chains, Stone Temple Pilots. Poi A Perfect Circle, Motorpsycho, Sigur Ros, Deftones, Radiohead, Silverchair, Biffy Clyro. Insomma credo che questi gruppi mi abbiano dato un imprinting che mi porto dentro tuttora. Ho adorato Chris Cornell e Jeff Buckley su tutti. Oggi credo che Conor Mason dei Nothing But Thieves abbia una delle voci più interessanti del panorama musicale.
Quali sono i vostri prossimi progetti, ci sarà un altro singolo o un intero album?
I pezzi da produrre ci sono già, ma abbiamo scelto di procedere attraverso singoli per tenere alta l’attenzione. Ma nonostante tutto non vediamo l’ora di raccoglierli tutti in un unico contenitore, presumibilmente tra non meno di un anno. Nel frattempo ci stiamo concentrando sul lancio del prossimo singolo, “Claire”, e sulla realizzazione del video di “Lone Sleeper”, sperando con tutto il cuore che i live riprendano il prima possibile.
Il vostro logo è molto particolare, da dove è nata l’idea grafica?
Ci siamo affidati ad un nostro amico grafico dando alcune linee guida per quanto riguarda l’estetica che volevamo ottenere; su tutto pulizia e semplicità. Devo dire che Fabrizio Quatrini ha centrato il punto.
Fate un genere intenso e potente e avete un sound molto internazionale e il vostro sito è in inglese, ma avete pensato all’eventualità di usare la lingua italiana per vedere cosa succede?
Per ora no, al contrario stiamo invece cercando di spostare il nostro baricentro verso l’Europa del nord dove questo genere ha più seguito.
Con quale band o artista vi piacerebbe condividere il palco durante un concerto?
Nothing But Thieves, The Intersphere, Vola. Sognare non costa nulla!
Roberta Usardi
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