“IL MAESTRO E MARGHERITA” IN SCENA LA TEATRO NUOVO DI SPOLETO
Cosa succede quando Satana in persona si materializza nella società umana? A raccontarcelo il 21 dicembre a Spoleto è Andrea Baracco, che porta al Teatro Nuovo la versione teatrale de “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov riscritta da Letizia Russo.
Nella Mosca materialista degli anni ‘30 arriva il conturbante Woland (interpretato da Michele Riondino) dalle sembianze simili a quelle di un joker, a svelare quella verità che gli uomini hanno paura ad ammettere anche a se stessi, gettando così scompiglio nell’intera struttura sociale e rivelando le parti più nascoste e le contraddizioni del singolo. Il regista intreccia tre piani narrativi dislocati su diversi spazi temporali: l’amore disperato tra il Maestro (Francesco Bonomo) e Margherita (Federica Rosellini), l’apparizione del Diavolo tra i mortali, e il processo a Gesù (con Giordano Agrusta nei panni di Behemoth e sempre Francesco Bonomo in quelli di Ponzio Pilato).
La struttura della rappresentazione simile ad un grande armadio fatta di passaggi, porte e botole, dove i personaggi compaiono e scompaiono, dona fluidità ai ripetuti cambi di scenario. Tre le pareti che chiudono i personaggi dentro i loro mondi, adornate di abbozzi e messaggi, di segni e geroglifici, di disegni primordiali quasi preistorici. Quest’opera misteriosa che ha dato adito a numerose interpretazioni dalla trama articolata e complessa, ruota su diversi toni e stili che vanno dal tragicomico al romantico, al sentimentale e al drammatico, e mostra una quantità di personaggi dai diversi temperamenti. Varie sono le tematiche affrontate, dall’amore al tradimento, alla critica nei confronti della società e delle élite culturali, prevale su tutte l’inadeguatezza degli uomini nel forgiare il proprio destino, seguendo l’innata propensione a pensare cosa vogliono essere e dove vogliono andare, perdono il mistero dell’esistenza e sono destinati alla perdizione.
Michela Bruschini