IL LADRO DI DESIDERI DI LOIC CLÉMENT
C’è chi colleziona farfalle, chi francobolli o monete, Félix colleziona i desideri della gente rubandoli a chi starnutisce e custodendoli in piccoli vasetti scintillanti.
In Francia, quando qualcuno starnutisce, si è soliti dire “per i tuoi desideri” e la distratta risposta è sempre “grazie”. Di questo si accorge il piccolo ladro e di qui la sua intuizione di modificare di poco la formula di cortesia in “per i MIEI desideri” che lo porterà a fare suoi quei piccoli sogni. La primavera, perciò, con tutti i suoi pollini, è la stagione ideale per il ladro di desideri che riesce ad accaparrarsi un lauto bottino fino a quando incontra Calliope. Al primo starnuto di Calliope, Félix si accorge che la ragazza non possiede desideri e nel tentare di scoprire le motivazioni di questa anomalia, si rende conto che anche se lui ne possiede tantissimi nessuno lo riguarda personalmente: aveva passato così tanto tempo ad accalappiare sogni altrui che aveva dimenticato di coltivare i propri. Amareggiati da tale scoperta, i due amici decidono di aspettare senza fare nulla e passano così tanto tempo insieme che iniziano a coltivare desideri comuni: “durante tutto quel tempo, mentre si erano impegnati a scoprire i loro desideri più cari, senza rendersene conto, avevano imparato a capirsi e a diventare indispensabili l’una per l’altra”.
“Il ladro di desideri“ (Tunué 2018, pp.36, euro 15) di Loic Clément pone l’accento sul fatto che spesso non poniamo attenzione a ciò che ci viene detto, come l’automatismo che si nasconde dietro al “grazie”, ma solo attraverso il silenzio e l’attesa è possibile entrare in contatto con i desideri più vivi e profondi di ognuno di noi. Perciò, come non innamorarsi di questo graphic novel che, con i meravigliosi disegni dalle linee pulite di Bertand Gatignol, spinge non solo i più piccini ma anche i più grandi a sognare un po’ di più.
Roberta Balzano