IL GUSTO SPEZIATO DELL’AMORE DI SILVIA CASINI
“Mi piacciono […] le storie che vanno oltre i romanzi, quelle residue, lasciate a brandelli in fondo al taschino o tra il fazzoletto e l’armonica”.
“Il gusto speziato dell’amore” di Silvia Casini, (Leggereditore 2018, pp318 + Florario Rock!, euro 17) è il racconto, in chiave soave e romantica della storia d’amore di Stella e Gabriele, ambientata in una Roma fiabesca con uno stile discreto, quasi in punta di piedi. Musiche di sottofondo a preparazioni culinarie d’essai, incontri in vecchi cinema che proiettano vecchi film, pongono le basi di una relazione sofferta e complessa.
Stella giunge a Roma, con tutta la famiglia, da Firenze, con il progetto di aprire con la sorella, una libreria sul Tevere. È stata abbandonata sull’altare ed è decisa a non voler soffrire più per amore. È l’autrice di un ricettario alternativo “Florario Rock”, che racchiude le ricette tramandategli dalla nonna Egle con cui è cresciuta. Stella alias Josephine Alcott, ha scritto senza saperlo un best-seller e, nonostante non ne palesi l’appartenenza, viene designata come l’autrice del format ispiratosi al suo libro. Dal successo del format dipendono le sorti della Dream Atlas e di tutti i suoi dipendenti. Gabriele torna da New York con un doloroso divorzio alle spalle, con l’intento di risollevare le sorti della stessa Dream Atlas e, per caso, i due si incontrano in quella fantastica location che può essere Roma. “Mentre le note sembravano sfrigolare sull’acqua del fiume, sul verde che schiaffeggiava i muri grigi, sugli alberi imperlati di ghiaccio e rugiada, sulle foglie morte accarezzate da un vento come incantato. Roma a gennaio era così: una superba decadenza che stordiva.” Se chiudiamo gli occhi, siamo lì a sentire sulla pelle il vento incantato, come foglie; i brividi sulla pelle sono lo sfrigolare delle note sull’acqua, come fiume. La natura, con tutte le sue maestosità è coprotagonista, con i profumi muschiati e speziati, con la grandezza dei cieli stellati, con la potenza del mare che si infrange sugli scogli. I sentimenti, profondi impregnato le parole, le pause, i sospiri. Il passato, l’”Atlantide sommersa” di ognuno di noi.
Numerosi i jump in time tra il presente e l’infanzia di Stella, passata con la nonna Egle che come Caronte, ha traghettato la sua anima dagli scogli a una sorta di terra ferma. “Mi piove dentro, nel centro del mio universo…” Parole che trasudano dolore. E, dopo tanto soffrire Gabriele è l’epifania di un futuro pieno d’amore che nasce e si ritempra nelle parole che i due si scambiano inconsapevolmente, nelle loro numerose mail. Un romanzo questo della Casini, che ha portato calore nel mio cuore, pacatezza nel leggerlo durante le ore di silenzio che solo in campagna si possono trascorrere.
Marisa Padula