“IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO” AL PICCOLO ELISEO
Cosa ci rimane quando qualcuno muore. E cosa ci rimane se quel qualcuno è un nostro amico. “So here we are”, come recita il titolo originale del testo di Luke Norris; eccoci qui, così ci si palesa subito la scena essenziale ed eccoci qui è quello che ci dicono Pitch (Giovanni Arezzo), Puh (Laurence Mazzoni), Noce (Antonio Bandiera) e Dany (Federico Gariglio) su un muraglione da cui si vede il mare; eccoci qui mentre aspettiamo che arrivi Cri (Grazia Capraro), la fidanzata di Frankie, eccoci qui mentre cerchiamo di capire, pensare, realizzare che Frankie (Luca Terracciano) è morto e non tornerà più.
Con “Il giorno del mio compleanno” – al Piccolo Eliseo di Roma fino al 2 dicembre – Silvio Peroni porta in scena la viva realtà di quattro venticinquenni alle prese con quel cambiamento che li porterà a essere adulti; per farlo utilizza un linguaggio osceno come la morte stessa, permeato di quella ironia amara che spesso e volentieri para i colpi, ci salva. I dialoghi dei quattro amici ci colpiscono e rimbalzano addosso come palline da ping pong, si gioca in modo fitto, si resiste fino al fischio di consapevolezza che li riporta ogni volta con i piedi a terra, gli occhi verso il mare e la mente alla morte di Frankie. E poi di nuovo si ricomincia, si rimbalza, si ride e ping pong ping pong. Ma Frankie è morto e si fa un passo indietro, un flashback di quel giorno, il suo compleanno. Idee, parole e supposizioni si confondono e si fondono, chiarendosi solo quando oramai è troppo tardi per poter avere l’ultima parola.
Giovanni Arezzo e Laurence Mazzoni danno una grande prova sinergica in questa partita, dove è chiarissima l’impronta di Silvio Peroni che scandisce egregiamente – come sempre – i tempi e le mosse di tutti i personaggi. Niente è quello che ora li aspetta: uno stato di immobilità infinito da cui dovranno col tempo scardinarsi per trovare nuovi appigli, nuove strade e nuove vite.
Marianna Zito