Il genio poetico di Danio Manfredini approda al Teatro Kismet di Bari con lo spettacolo “Cinema Cielo”
Sipario aperto. Proscenio illuminato da una luce fioca, in penombra una scritta “Cinema Cielo. Film per adulti”. Una trans dalle ali rosse apre lo spettacolo e si fa guida di una narrazione a tratti cupa, torbida, ironica e grottesca, conducendo il numeroso pubblico del Teatro Kismet attraverso un’aggrovigliata sovrapposizione dei sequenze narrative.
Come si legge nella sinossi, “c’era una volta a Milano il Cinema Cielo, una sala cinematografica a luci rosse ora chiusa”. Lo spettacolo è ispirato a questo luogo e mette una lente di ingrandimento su un’umanità per la quale il sesso è bisogno, evasione, merce, voglia di compagnia e fantasma d’amore. Lo sguardo dello spettatore è rivolto alla sala cinematografica e spia le presenze che abitano il luogo. Il sonoro del film è liberamente ispirato a un romanzo di Jean Genet e racconta di Louis, che tutti chiamano Divine, dei suoi amanti e di Nostra Signora dei Fiori, seducente assassino”. L’universo dove ruotano le storie dei protagonisti è suggerito dal buio del mondo del cinema, metafora delle periferie esistenziali, le voci sconnesse e confuse si fanno evocazione della profondità poetica dei personaggi. Lo spettacolo intreccia l’essenza di due mondi che si appartengono, intimamente legati, da una parte gli spettri che abitano il Cinema Cielo e dall’altra le ombre del mondo di Genet.
I protagonisti di questa avventura teatrale sono Patrizia Aroldi, Vincenzo Del Prete, Danio Manfredini e Giuseppe Semeraro, che, con grande maestria, riescono a mescolare il dramma e il comico in una performance corale intensa. Ognuno di loro contribuisce attraverso la propria interpretazione a dare vita a personaggi che sembrano uscire direttamente dalla pellicola di un film, ma che allo stesso tempo parlano di noi, della nostra quotidianità e delle nostre emozioni più intime e viscerali.
L’atmosfera dello spettacolo è permeata da una poetica del sogno, in cui il cinema diventa lo specchio della nostra esistenza. La regia di Manfredini, insignito del Premio Ubu 2004 per la miglior regia, è elegante e raffinata, capace di mescolare le dimensioni fisiche e visive con una fluidità che lascia lo spettatore affascinato e coinvolto. Il ritmo narrativo riesce a creare un equilibrio perfetto tra introspezione e spettacolarità, facendo vivere allo spettatore un’esperienza visiva ed emotiva unica. La scenografia e l’uso della luce sono elementi fondamentali che, insieme alla colonna sonora, contribuiscono a creare una tensione visiva che non ha mai lasciato indifferente la numerosa platea presente in sala.
Il Teatro Kismet di Bari, dove lo spettacolo è andato in scena il 9 e 10 novembre, ha inaugurato la sua stagione teatrale 2024.25 intitolata Attraversamenti a cura della direzione artistica di Teresa Ludovico.
Lucia Amoruso