Il duo Altarboy e il singolo “Vertigine” in collaborazione con Levante – L’intervista
Lo scorso 17 settembre è uscito “Vertigine” il nuovo singolo del duo di producer elettronici Altarboy con Levante. Gli Altarboy sono Attilio Tucci e Sergio Picciaredda, nascono nella zona Parioli di Roma nel 2010 come deejay, produttori e autori, con produzioni su vinile. Nel 2017 esce il loro disco “Way beyond”, da cui escono quattro singoli, tutti inseriti da Netflix nella colonna sonora di “Baby”, così come anche “Vertigine”. Abbiamo fatto qualche domanda ad Attilio e Sergio per andare più a fondo nella loro musica.
“Vertigine” è stato il singolo uscito in collaborazione con Levante, come è nata questa canzone, dopo aver individuato lei come interprete?
L’idea di unire un duo dal suono internazionale come noi e un artista già molto affermata in Italia come Levante è nata insieme a Marco de Angelis il produttore della serie di Netflix “Baby”. Da produttori noi facciamo molta ricerca ed era un momento dove stavamo risentendo parecchio la colonna sonora di “Beverly Hills Cop” ci sono brani pazzeschi. L’idea era di creare un brano che avesse quella vibe con un cantato molto grintoso ma non graffiante. Il brano è stato realizzato durante il lockdown quindi in un momento difficile e non abbiamo mai avuto l’occasione di incontrarci e condividerne la fase creativa. Ma è e resta una canzone destinata al successo nata nella reciproca stima e rispetto dei nostri vissuti artistici. Lavorare con lei comunque è stato molto stimolante poiché abbiamo avuto la prova di quello che abbiamo sempre pensato, cioè che Levante è un artista che arriva direttamente alle persone, ma in modo assolutamente originale, mai scontato, e sapevamo che questo connubio avrebbe funzionato e il successo che sta riscuotendo “Vertigine” ne è una conferma.
L’uscita di “Way beyond” vi ha permesso di arrivare a Netflix con ben quattro singoli e collaborando con importanti artisti, quali sono ora i vostri prossimi progetti?
“Way Beyond” è un album Synth pop dalle atmosfere dream e come mood era molto in linea con la serie di Netflix “Baby”. Abbiamo preso parte ad una delle colonne sonore più riuscite in assoluto, ci sono artisti Italiani e internazionali del calibro di Vasco Rossi, Negramaro, Billie Eilish, Grimes, London Grammar, Chromatics, Vitalic James Blake e tantissimi altri. Noi con sei singoli nelle tre stagioni (Blow – You on me – Keep it on Your mind e Tonight, Bad Inside e Vertigine) ne abbiamo sicuramente descritto una parte importante. Ora stiamo lavorando ad altre collaborazioni sulla scia di “Vertigine”, ci stiamo divertendo molto e stiamo sperimentando il nostro suono con cantati in Italiano.
Come Netflix ha influenzato, se lo ha fatto, il vostro modo di comporre musica?
Non siamo stati influenzati nel nostro modo di comporre musica. Noi stavamo lavorando a “Way Beyond” prima di cominciare la nostra collaborazione con Netflix. Possiamo dirvi però che lavorare con Netflix è difficile, ma allo stesso tempo stimolante. Loro sono molto esigenti e cercano veramente di abbinare la musica più adatta alle immagini del girato. Oltretutto è una possibilità praticamente unica per chi fa un prodotto internazionale come il nostro, con un click sei in 196 Paesi e cominci a ricevere feedback di fan che ti scrivono da tutto il mondo e apprezzano il tuo lavoro.
Una curiosità su “Way beyond”: potete spiegare da dove è emersa l’idea della copertina dai colori forti e il focus sulle gambe nude di una donna sui tacchi intenta a radersi il polpaccio?
La copertina rispecchia esattamente il prodotto discografico. E’ POP nel soggetto fotografico, nei colori, nelle sfumature e inoltre rappresenta un senso di ambiguità che noi volevamo trasmettere.
Avete in programma dei concerti?
Speriamo come tante altre band che finisca presto questo bruttissimo momento e si possa ritornare a esibirci dal vivo senza alcuna restrizione.
Quest’anno avete compiuto dieci anni di attività, qual è stato a oggi il momento più emozionante della vostra carriera?
Quando abbiamo capito che alle persone piaceva quello che stavamo facendo, quando abbiamo sentito che cantavano i nostri brani. I fans sono tutto in questo lavoro e noi facciamo musica per arrivare alla gente non per tenerla nei cassetti e dirci addosso quanto siamo bravi.
Tra dieci anni come vedete gli Altarboy?
Ci vediamo entrare in studio, accendere tutte le macchine e produrre tanta altra musica che piaccia a noi e che la gente possa suonare ad alto volume e cantare squarciagola, che è poi quello che facciamo ogni giorno, la nostra vita.
Roberta Usardi
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