Il dramma di Vanessa Scalera e Silvio Orlando al Teatro Eliseo
“Ma quello che ci capita, che ci fanno, ci cambia”.
Possono dei semplici lacci delineare la continuità di un rapporto o addirittura definirne l’intensità? può un semplice gesto o un’abitudine modificare il corso delle nostre vite?
LACCI – scritto e diretto da Domenico Starnone e con la regia di Armando Pugliese – torna a grande richiesta al Teatro Eliseo di Roma dove sarà in scena fino a domenica 11 febbraio.
È un dramma familiare che si sviluppa con abilissimi flashback che si incastrano perfettamente tra di loro creando una sorta di quesito o addirittura di mistero che solo alla fine risulterà chiaro e definito. Un dramma che si consuma, matura e si evolve non senza le ovvie e quasi necessarie conseguenze. Un uomo, una donna e un’amante (o più) e i due figli della coppia Anna e Sandro – Maria Laura Rondanini e Pier Giorgio Bellocchio – che ovviamente saranno le principali vittime di tutta la situazione.
A cominciare è la sorprendente Vanessa Scalera che, nel lungo monologo di Wanda, sguazza nei tanti stati d’animo che percorrono la mente e il cuore di una donna abbandonata: la vediamo giovane e madre disperata, vecchia nei suoi passi e nei suoi movimenti di matura consapevolezza. É una grinta straordinaria la sua, affiancata dal pacato e sempre colpevole Silvio Orlando, un Aldo in un primo momento immobile che a un certo punto, invece, occuperà totalmente la scena circondato dai ricordi. Al loro fianco (e forse non solo) il caro amico e vicino Nadar di cui Roberto Nobile ci regala una piacevolissima interpretazione.
Ma quanto effettivamente questi lacci stringono i rapporti?
Il tutto si evolve lentamente (forse troppo) in una scena di casa cangiante, che percorriamo come dei quadri in serie – ora stabili ora vacillanti – che si intersecano tra di loro, legando o sciogliendo definitivamente una situazione la cui soluzione passava sempre loro davanti agli occhi. Labes, il gatto, sapeva tutto.
Marianna Zito