Il cuore, la famiglia, la quotidianità: questo e molto altro nei “Circuiti” di Riccardo Romano – La recensione
Una voce limpida e melodiosa quella di Riccardo Romano, cantautore milanese che ha pubblicato lo scorso 18 dicembre il nuovo EP dal titolo “Circuiti”, primo lavoro da solista, in quanto Riccardo è già voce della band Synesthesia. L’EP è composto da sei canzoni, sei episodi in cui l’artista racconta un po’ di se stesso. Una grande capacità vocale per canzoni dirette e sincere, ben arrangiate, in cui emerge il lato emotivo e a volte anche quello giocoso.
Andiamo più nel dettaglio di questi sei “Circuiti”.
“Cicche al mentolo” è un brano che avvince dal primo secondo grazie al riff iniziale: parla di una vita in cui si desidera interattività, nonostante la quotidianità sprofondata nella pigrizia sia la vera regola: “ho bisogno di vivere adesso, di guardare, ma non da uno schermo, ho bisogno di andare al ritmo del mondo un secondo, voglio la vita in tasca consumata come cicche al mentolo”.
“Corto Circuito” è un brano emozionante e intimo, che inizia cantato piano per poi crescere, un brano che parla di un’esperienza vissuta da Riccardo, due operazioni al cuore, messe in musica da questi versi profondi, in cui il cuore è l’interlocutore: “mi ricordo di te, sei il mio impianto elettrico, esplodi in me un corto circuito da mille volt, mi scarichi, sono una pila di autostima, aumenterò la mia autonomia”.
“Fuliggine” un brano elettronico con il synth in sottofondo sempre presente, ma che si sposa bene sia con il resto dell’arrangiamento, sia con la voce di Riccardo; il testo, romantico, racconta la storia di due ragazzi che si sono trasferiti in una casa di 20 mq, su una melodia con alcune inflessioni blues: “guarderemo la polvere volare tra di noi e lasceremo che si posi sui mobili e sul pavimento e ce ne andremo via da questa città, ci chiuderemo stretti in un angolo e ci abbracceremo forte.”
“Le 3 e 23” racconta un ricordo d’infanzia legato all’ora del titolo che apre le porte a una riflessione più profonda sulla propria indole, enfatizzando i lati più problematici, con grande consapevolezza: “per tutte le volte dove ho chiuso la testa nella convinzione che restare solo al mondo poi mi serva un silenzio da mortificare”. Un brano emozionante a livello di testo e a livello vocale.
“Socialvitamanager” è un racconto di ansia con un arrangiamento frizzante “la mia quotidiana è un imprevisto dell’ultimo minuto”, in cui il titolo riguarda un consiglio di affidarsi a uno specialista in vita sociale – con i termini con cui vengono indicati oggi – per trovare motivazione nella quotidianità senza stimoli.
“Dark Father” è un brano intimo e raccolto dedicato al padre, ricordando momenti indelebili del passato e il legame con lui, forte e senza paragoni, nonostante i momenti di scontro: “metti su quella canzone, quella che cantavi tu, fammi sentire ogni nota e poi lasciami provare, rimani ad ascoltare”.
Un EP piacevole, che sa tenere bene in equilibrio leggerezza e profondità, da ascoltare.
Roberta Usardi
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