“IL CORVO: MEMENTO MORI” – E LA VENDETTA CONTINUA…
Nel 2013 esce per Edizioni BD “Il Corvo – Edizione definitiva” dove James O’Barr ci ripropone – dopo le tavole del 1981 – la sua storia d’amore, ma questa volta senza omissioni: vediamo una Shelly bellissima e viva, in flash back bianco e nero, disegnata con linee sensuali e morbide, dove sono visibili i rimandi della scultura rinascimentale. O’Barr si abbandona a noi senza segreti, raccontandoci la sofferenza più grande, quella della perdita della sua amata che, così condivisa, diventa una perdita un po’ per tutti. E così, “la ragazza che era Shelley” e il meraviglioso Brandon Lee continuano a essere anche la nostra perdita. Riusciamo a celebrarli insieme a O’Barr, uccidendo anche noi finalmente il “cavallo lucente”, quell’insostenibile senso di colpa sbagliato, quel malato dolore perenne e senza scampo. Il Corvo resta sempre la guida di Eric, che anche qui nasce dalle linee dure e dark, dal trucco bianco di Pierrot, ispirazione della new wave degli anni ’80. I testi dei Joy Division, The Cure, Jim Carroll, Game Theory e altra musica insieme alle parole di Baudelaire, Rimbaud, Verlaine, Bataille, Artaud hanno reso queste immagini preziose ed evocative.
E dopo cinque anni arriva, in un’unica raccolta, “Il Corvo – Memento Mori” (Edizioni BD 2018, pp. 160, euro 16) uscito precedentemente in una suddivisione di quattro episodi. Roberto Recchioni ne firma i testi, Werther Dell’Edera i disegni e Giovanna Niro i colori. David e la sua ragazza Sara rimangono uccisi in un attacco terroristico. Il Corvo torna – in una Roma odierna di terrore e perversione – dal Colosseo a Castel Sant’Angelo e a Campo de’ Fiori, da Tor Pignattara al Verano – oscura di pioggia. Torna non solo a riscattare il suo amor perduto, ma anche a eliminare un avversario di terrore e menzogne, che alla fine scopre essere più vicino a sé di quanto potesse mai pensare, ma lo comprende troppo tardi. La sua incapacità è espiata da Sara, pronta a riscattare l’amore sulla terra, a ogni costo.
Seguono i contributi, legati sempre al filo sottile della vendetta, che in precedenza erano l’appendice dei singoli episodi. “Il Corvo – On the road” con i testi di Roberto Recchioni, i disegni di Werther Dell’Edera e colori di Giovanna Niro in cui Sara continua ad assecondare la sua sete di vendetta, aiutando un’altra donna a ritrovare la libertà perduta. Le tavole mantengono luci, ombre e colori come nell’iniziale Memento Mori, riempiendo di speranza i tramonti che illuminano la Città Eterna. “Il Corvo – Virtù sepolta”, con i testi e i disegni di Matteo Scalera, sono un’unica tavola, per ogni pagina, a più immagini dove le rese dei conti non vedono mai la fine. “Il Corvo – Nevemore” di Davide Furnò è dissacrante e spiazzante nelle tavole nere sporcate di rosso. “A murder of Crows” di Daniel De Filippis e Emanuele Ercolani, nella sua iniziale semplicità, dà sfogo a una violenza macabra e vendicativa: una giustizia cercata e ottenuta, da continuare ancora, a spesa di pervertiti e pedofili. “Il Corvo – The most beautiful suicide”, il più bel suicidio verrà definito, immortalato da Robert C. Wiles e da Andy Warhol nell’opera Fallen Body: era la morte di Evelyn McHale, che qui troviamo nelle tavole vintage e nostalgiche di Daniele Serra, dove le parole di Micol Betramini ci raccontano le conseguenze della mancata libertà di espressione della propria identità, oggi e soprattutto in quella che era la realtà degli anni ’50. “Il corvo – L’inverno più freddo” di Vinci Cardona ha colori accesi e violenti, per mostrare la vendetta nella sua realtà cruda e spietata. E dulcis in fundo torna la poesia di James O’Barr con “Il Corvo – Learning to be wretched”. Cosa resta di quell’Eric che ha consumato la sua vendetta?
Marianna Zito