“IL CONTE TACCHIA”: UNO SPUMEGGIANTE ENRICO MONTESANO AL TEATRO VERDI DI FIRENZE
Il tempo sembra non passare per Enrico Montesano, più spumeggiante che mai in questa amatissima maschera romana che è “Il Conte Tacchia”, che abbiamo visto in scena fino al 17 marzo al Teatro Verdi di Firenze. A trentasei anni da quando in Italia uscì la pellicola cinematografica diretta da Sergio Corbucci, la trasposizione teatrale, di cui Enrico Montesano oltre che l’interprete è anche il regista e il co-autore, ha subìto inevitabilmente delle necessarie modifiche, introducendo un ideale sequel: Checco Puricelli – ovvero il Conte Tacchia – così soprannominato per via delle zeppe di legno che pone sotto i mobili per non farli traballare, ritorna dall’America nella sua bella Roma alla ricerca dell’amata Fernanda e come per magia rivive tutto quel periodo in cui si divertiva – lui figlio di falegname – a girare per la città vestito da aristocratico con il cuore diviso tra l’amore per la popolana Fernanda e la passione per la Duchessina Elisa.
Pur raccontando di un personaggio realmente esistito, il Conte Tacchia diventa una favola dolce-amara, rappresentazione di un periodo, di un mondo diviso in classi dove l’aristocrazia, sia pure nell’inevitabile decadenza non accetta nei suoi salotti il figlio di un falegname che agogna di diventare nobile nemmeno quando nobile lo diventerà davvero. Enrico Montesano non solo possiede la romanità necessaria per caratterizzare il personaggio, ma riesce a ben evidenziare anche quella gran dote dell’ironia che non lo abbandona nemmeno nelle situazioni più serie e quell’indolenza tipica del popolano che sogna in grande. È un artista dall’immensa presenza scenica, dotato di verve, energia e prorompente simpatia, un grande attore dagli eccezionali tempi comici con un occhio sempre puntato con arguzia all’attualità.
Dopo “Rugantino” e “Il Marchese del Grillo”, “Il Conte Tacchia” è dunque una rentrée in grandissimo stile dove, alle indubbie doti del protagonista va riconosciuta l’alta qualità del ricchissimo cast, la magnifica eleganza delle scene, la bellezza delle musiche e dei costumi. Ulteriore nota di merito, Montesano è uno dei pochi artisti che, a sipario aperto, felice del pubblico che lo applaude riconoscente, ringrazia anche gli elettricisti, i fonici e i macchinisti che hanno reso possibile, ancora una volta, il ripetersi di una magia.In scena al Teatro Verdi di Firenze dal 14 al 17 marzo 2019.
Francesco De Masi