“Il cinematografo” di Andrea Coffami
L’autore
Abbiamo imparato a conoscere Andrea Coffami per il suo umorismo assurdo, surreale e cinico (QUI l’ultimo titolo che abbiamo recensito), e nel suo ultimo lavoro “Il cinematografo. Pamphlet della settima arte messa da parte” (Ivvi.it, 2020) Coffami conferma la brillantezza della sua vena creativa. “Il cinematografo” è una breve guida sul mondo del cinema o meglio un libro che mima un manuale di storia del cinema o una delle tante guide tecniche sui mestieri del cinema, “uno strumento per una completa preparazione universitaria o comunque di scuola media superiore”, come è scritto in quarta di copertina.
Lo stile e i personaggi
Andrea Coffami è in piena forma. Ciò significa che il suo stile straniante ci fa apparire reale le sue affermazioni, a cominciare dalla nostra preistoria, da quando le scimmie nostre antenate, dopo la scoperta del fuoco, si divertivano con le ombre proiettate nelle caverne. Dalla preistoria si fa un balzo ben lungo fino all’ottocento dei kinetoscopi fino alla nascita vera e propria del cinematografo avvenuta coi fratelli Lumière, “due ragazzacci che inventarono la prima macchina da presa per spiare la loro vicina che aveva l’abitudine di spogliarsi davanti la finestra di casa.” Passiamo poi a Charlie Chaplin coi suoi finali di film “tutti uguali” al genio di Buster Keaton e alla sua comicità visiva. Il viaggio prosegue analizzando alcune correnti del cinema muto, dall’espressionismo tedesco all’impressionismo francese, dall’avvento del colore alla Nouvelle Vague, per non parlare di Orson Welles, del quale, appunto, “Basta non farlo. Quindi andiamo avanti.”
Il pamphlet prosegue con l’analisi di alcuni tra i più importanti registi di sempre, tra i quali David Lynch che “a differenza di Paolo Sorrentino, fa dei film che non si capisce un cazzo” e lo stesso Sorrentino che “a differenza di David Lynch, fa dei film dove qualcosa si capisce” e del quale Coffami ci illustra alcune sequenze inedite del suo La grande bellezza, come ad esempio la Scena della camminata: “Jep Gambardella cammina sul lungotevere per ventisei minuti. Al dodicesimo minuto passa un fenicottero che chiede l’ora. Jep risponde: «Non tengo l’orologio… il tempo non esiste». Fine scena.”
Termini tecnici, ruoli e F.A.Q.
I capitoli seguenti sono dedicati ai termini tecnici e ai ruoli del cinema, tra cui il Produttore Esecutivo, “È quello che prende tutti i soldi del produttore, ci fa la cresta sopra dicendo che è il suo stipendio e seleziona chi far lavorare così si può girare il film senza sforare col budget. Se poi il budget finisce, il produttore esecutivo va da altri finanziatori e si mette in mutande col cappello in bocca come Christian De Sica in Compagni di scuola.” Termina il volumetto una serie di esilaranti F.A.Q. “dall’idea alla copia pirata in streaming” e un vademecum sulle recensioni cinematografiche.
“Il cinematografo” conferma lo stato di grazia di Andrea Coffami, a suo agio con l’umorismo caustico e fulminante. La satira dell’autore è una bocca di fuoco che non risparmia nessuno, per primo se stesso e sfocia in un libro che si legge in poco tempo, ma al quale si torna spesso per nutrirsi dell’umorismo di Andrea Coffami.
Giovanni Canadè