Il cantautore piemontese Olmo e il singolo d’esordio “Ora”: la forza della natura abbraccia il momento presente – L’intervista
“Ora” è il singolo d’esordio del cantautore piemontese Olmo uscito lo scorso 26 marzo: un brano dall’atmosfera minimale e dalle sonorità nordiche, con gli archi e i fiati che vanno ad arricchire il suono del pianoforte e la voce, donando un tocco di poesia. L’artista, piemontese di origine, si avvicina alla musica sin da piccolo e diventa, negli anni, compositore di musiche per spot pubblicitari frequentando il mondo della discografia a Milano, città in cui vive per 15 anni, fino a quando non ritorna in Piemonte a vivere in natura, ai piedi di una montagna.
“Ora” è un brano fortemente evocativo con una bella evoluzione dinamica e sonora, quando l’hai scritto?
Ho iniziato a scrivere la parte musicale un paio di anni fa come colonna sonora per un videogame indipendente, un progetto a cui volevo assolutamente prendere parte. Poi la cosa non è andata in porto e quando mi sono messo al piano a suonarlo mi è venuto in mente questo testo, che ha poi guidato lo sviluppo del resto del brano, dell’arrangiamento e del video.
Il momento presente è il punto su cui gira tutto il testo, quanto è importante celebrarlo rispetto al passato e al futuro?
Se non si vuole finire in un girone infernale di rimpianti o di ansie il presente è il momento di cui prendersi maggiore cura. Sembra una frase fatta ma, come i proverbi, le frasi fatte nascono con l’esperienza maturata dal genere umano, vale la pena prestare loro attenzione. Il presente è in fondo tutto ciò che realmente abbiamo.
Il videoclip di “Ora” è stato girato con un drone e mostra la natura in tutta la sua potenza e splendore, a quale elemento naturale assoceresti la canzone e anche te stesso (oltre all’albero di cui porti il nome)?
Per la canzone l’elemento è l’aria senza dubbio. Intangibile come una sensazione, fuggevole come un respiro, onnipresente ed invisibile: eppure così fondamentale alla vita. Per quanto mi riguarda non credo di avere un elemento solo in cui riconoscermi appieno, dipende dal momento, dal presente appunto.
Hai lavorato tanti anni come compositore, quando hai sentito l’esigenza di avviare un percorso da solista?
Sì, ho lavorato e lavoro tutt’ora come compositore di musica per spot pubblicitari: un lavoro molto stimolante, ma in cui sei artisticamente fuggevole, mutaforme, in cui il compromesso è mestiere. Avevo proprio bisogno di tirare fuori pensieri personali, di celebrare i cambiamenti della mia vita, mettere energia in qualcosa di intimo e profondo. Ormai sono 4 anni che scrivo e suono le mie canzoni, e mi piace un sacco farlo.
Cosa arriverà dopo “Ora”?
Arriveranno prima di tutto gli altri elementi della natura! La tua domanda di poco fa sugli elementi era sicuramente dovuta ad una intuizione subconscia, Jung sarebbe molto contento di questa cosa 🙂 Ho preparato già altri 3 brani che rappresentano fuoco, terra ed acqua. Li pubblicherò a breve con dei mini-video che ho preparato insieme ad una artista / illustratrice fantastica (Anna Guazzotti). E poi credo sia ora di iniziare a pensare ad un album.
Lo stile sonoro di “Ora” dove ha la sua radice? Quale musica ascolti?
Dal punto di vista stilistico ORA è di ispirazione nordica, ho ascoltato molto Björk da adolescente. Probabilmente la canzone è anche influenzata da alcuni autori di classica contemporanea che ho ascoltato molto come Philip Glass, Arvo Pärt, John Adams, ma la sua natura cantautoriale è figlia di influenze italiche come Dalla: anzi, a pensarci bene è come se Dalla e Björk avessero fatto un’improbabile figlia, battezzata poi da Arvo Pärt e Philip Glass con rito rigorosamente pagano, una scena che Pasolini avrebbe senz’altro filmato. Ultimamente ascolto cantautori italiani degli anni gloriosi e del presente (qui la lista sarebbe lunghissima, i primi che mi vengono in mente sono Rino Gaetano, Lucio Dalla, Brunori Sas, Andrea Lazlo De Simone, Colapesce e molte altre perle italiche), mi piace molto il Fado di Carminho, i dischi strumentali della Menahan Street Band, Thomas Dybdhal, Sophie Zelmani, Rhye, Billie Eilish, insomma, non so dove fermarmi nell’elencare cosa mi piace sentire. Forse si fa prima a dire che non mi piace ciò che sembra non nascere da una esigenza personale, ma è un metro di misura molto personale.
In quale caratteristica dell’olmo ti riconosci?
Negli ultimi 9 anni ho pensato spesso alle analogie tra il mio nome ed il mio modo di esistere, e sono venute fuori cose davvero incredibili nel tempo. La prima che mi viene in mente è la forma della foglia dell’Olmo: è stranamente asimmetrica, si vede subito che cerca di integrare in una foglia sola due forme diverse, ed io ho pensato che questo potrebbe corrispondere al femminile e maschile che mi definiscono, che cerco di far coesistere armoniosamente, che ho vissuto in antitesi per molto tempo. Ma questa è solo una delle caratteristiche che mi hanno colpito dell’albero e delle simbologie ad esso legato, questo nome porta sorprese ancora oggi.
Roberta Usardi
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