“Il Barbiere di Siviglia” ai tempi di Botero e del digitale
Quando si prende in considerazione un’opera lirica di stampo comico ci si approccia sempre con un tipo di comicità ormai desueta che paradossalmente può risultare noiosa e un po’ pesante. Pier Francesco Maestrini e Joshua Held sono riusciti ad adeguare la famosissima opera di Gioachino Rossini “Il Barbiere di Siviglia” a una comicità maggiormente intrigante e fruibile. L’idea nasce da una collaborazione tra l’Arena di Verona e il Teatro Massimo di Palermo e ha come scopo quello di stravolgere completamente l’idea stereotipata dell’opera classica. La scena è priva di scenografie tridimensionali ma tutto viene proiettato sul proscenio. La proiezione non si limita soltanto a raffigurare la scena, ma diventa per gli attori un gioco.
L’opera di apre con una sigla degna di Walt Disney dove tutti i personaggi vengono rappresentati come emanazioni di Rossini disegnate da Botero. Questo inizio giocoso e interattivo ha coinvolto persino i più piccoli tra il pubblico! Tutti i personaggi sono vestiti con gonfissimi abiti di gommapiuma e parrucche di plastica altissime e pomposissime. Rosina, interpretata da Chiara Amarù, è una delle caricature più di spicco in tutta l’opera, soprattutto quando si prepara a incontrare il suo amato Lindoro in un balletto in pieno stile burlesque.
La cosa che va sottolineata e ammirata è che – nonostante abbiano mantenuto in grandissima parte, se non per qualche battuta in dialetto siciliano, il testo originale – non si sia creato nessun divario con la scenografia che, al contrario, ha uno stampo decisamente moderno. Coinvolgente è anche il gioco di ombre cinesi che si crea tra il personaggio reale e quello proiettato sullo schermo, una convivenza sullo stesso palco, da cui emergono entrambe le raffigurazioni. Il gran finale è rappresentato da una profonda e comicissima satira nei confronti dei componimenti di Verdi e sulle voci liriche amate dal oubblico italiano.
Uno spettacolo consigliatissimo soprattutto per i più piccoli.
Andato in scena dal 20 al 28 settembre al Teatro Massimo di Palermo.
Simona Speciale
Foto di Rosellina Garbo