“I serpenti non fanno rumore”, l’albo illustrato di Lucia Carlini
“I serpenti non fanno rumore” (2024, pp. 32 a colori, euro 16, dai 7 anni) è un albo illustrato pubblicato dalla Kite edizioni, dell’autrice Lucia Carlini. La storia rivela dal principio il protagonista: un grande serpente che percorre paesi e ne spaventa gli abitanti. Tuttavia, già dall’inizio del racconto, non ci è dato sapere come sia veramente il serpente, dato che non è conferita una descrizione specifica, bensì l’insieme di voci di chi presumibilmente l’ha visto. Ciò lo si nota anche a livello illustrativo, in quanto il serpente non è chiaramente definito, anzi sembra essere ogni volta qualcosa di differente: è veramente un animale? O è un muro? Oppure un fiume? O magari un confine? Grazie a questa ambiguità la storia riesce a spostare la nostra attenzione sul vero protagonista del racconto, ossia le persone che hanno diverse opinioni circa la natura del serpente: c’è chi lo considera come una minaccia e si vuole difendere; chi come una semplice creatura che ha unito le persone con la sua presenza; ed altri come una divinità con più di una testa che collega i continenti.
Le voci girano, ma il vero aspetto del serpente rimane ignoto e questo diventa così il punto forte dell’opera di Carlini che, così facendo, mette in risalto come l’essere umano possa dimostrare una grande varietà di punti di vista nei confronti di un elemento a esso estraneo. Infatti, il serpente può essere qualunque cosa, da un mostro a un dispensatore di ordine e ricchezze. In fin dei conti, altro non è che un semplice pretesto per mostrare la vera natura dell’essere umano in qualità di creatura sociale, portata a farsi domande, darsi risposte e scambiarsi opinioni e punti di vista anche diversi e contrastanti tra loro; ma che alla fine alimentano un dialogo che unisce invece di dividere.
Il libro ci accompagna lungo la storia anche attraverso l’uso metodico delle illustrazioni, con uno stile più astratto, a tratti sfocato da tecniche di acquarello e guache dai toni autunnali, quasi a simulare dei ricordi d’infanzia, nei quali il serpente sembra essere una figura confusa ma, al tempo stesso, completamente innocua.
Una lettura consigliata a una fascia di età un po’ più grande, in modo che il piccolo pubblico possa cogliere al meglio il sottile messaggio della storia che, proprio come il serpente, non viene mai volutamente ben definito, con l’obiettivo di creare occasioni di dialogo che portino a unire le persone attraverso le loro diversità di pensiero.
Francesca Pisani