“I segreti dello zerbino” di Cecilia Pierami e Gian Luca Rocco
La storia di Giorgia
Giorgia è reduce da uno tsunami che le ha devastato tutto ciò che era la sua esistenza, fino al tragico momento della secchiata di acqua fredda, ricevuta in pieno viso. Vittima di Manfredi, figlio di papà viziato, a cui tutto è dovuto, per il semplice fatto che condivide la stessa aria dei poveri e comuni mortali. Giorgia è intelligente, ma offuscata dall’amore e quindi non in grado di percepire i segnali di tradimento che un intelletto poco allenato avrebbe inteso. Tanto Manfredi è tronfio e pieno di sé, tanto Giorgia è l’amica della porta accanto a cui tutto si può raccontare. Ma quando la bontà viene ferita sa essere più crudele degli animi avvezzi alla cattiveria, in quanto subentra ad effetto l’elemento sorpresa: l’inaspettato.
I personaggi di Gino’s
E così da Gino’s, un un piccolo bar di periferia, dove l’HCCP non può regnare sovrana, dove gli avventori sembrano usciti da un film di Tim Burton – a causa delle loro “stranezze”, ma soprattutto per il loro aspetto fisico – Giorgia, che qui è di casa, affoga la sua amarezza in bicchieri di spritz, raccontando al Biondo/Bruno le sue vicende. I personaggi che popolano il bar anni settanta mai rimodernato sono anonimi, strani ma alleati tra loro contro i soprusi di chi si pone con superiorità, il loro cameratismo è esemplare nel propagare vendette che hanno, comunque, un fine educativo.
Gli autori
Cecilia Pierami e Gian Luca Rocco scrivono “I segreti dello zerbino” (Morellini Editore, pp. 232, euro 15,90) con un linguaggio attuale e, a volte, assurdamente profondo nella sua essenzialità; sotto una sorta di sarcasmo cela i tarli interiori, che ognuno di noi nella vita ha dovuto affrontare. Un’amarezza travestita da goliardia. Ma come in una sorta di favola, tutto è bene ciò che finisce bene, anche se Gino – il proprietario del bar, ovviamente – è costretto a improvvisarsi attore per salvare capre e cavoli. È la vendetta la vera protagonista, che svela il suo uno, nessuno, centomila nel racconto della vita di ognuno di loro.
Davvero impossibile smettere di leggerlo, perché l’interesse – rapito da una sorta di maccheronica suspense – non consente di allontanarsi dalla sete di un masochistico sapere. E, se passando da quelle parti ti dovessi fermare a bere anche tu uno spritz da Gino’s, qualcuno potrebbe illuminarti in merito alla tua esistenza, al punto da rendere necessario anche per te il ricorrere ai servigi del Cagatore su commissione…
Marisa Padula