“I ragazzi che si amano” si sono lasciati al Teatro Eliseo
Un’ora e quindici minuti di spettacolo sul poeta francese novecentesco Jacques Prévert e a recitare i suoi versi sul palcoscenico del Teatro Eliseo – dove sarà in scena fino al 1 marzo – Gabriele Lavia, riconosciuto e acclamato attore dell’ambiente teatrale italiano.
Senonché dopo i primi accenni ai versi del poeta francese qualcosa probabilmente non ha funzionato perché – in una graziosa scenografia ricca di elementi a richiamare diverse situazioni accoglienti e nostalgiche – la poesia francese si dissolve tra citazioni greche, pittori, filosofi, ricordi, per poi ritornare ancora Prevért e alla sua Barbara e subito dopo ai Beatles, Apollinaire, Garcia Lorca, un accenno danzante a Little Richard, De Andrè, Sartre, de Beauvoir, Angelo Silesio…
Ed ecco che finalmente arrivano i ragazzi che si amano
“Les enfants qui s’aiment s’embrassent debout
contre les portes de la nuit…”
e probabilmente (si sperava) anche la fine del variegato monologo di Lavia. Finito qui, questo one man show, travestito da lezione universale, probabilmente, un senso lo avrebbe anche avuto. E invece no perché arriva il mito della caverna di Platone, intervallato da altre poesie di Prévert, una di Emily Dickinson ed ecco les trois allumettes con un discorso (non molto appropriato) sul teatro, senza tralasciare altri riferimenti politici e giù di lì. E di nuovo avanti con la filosofia fino a superare di quasi un’ora la durata dello spettacolo, con tanto di canzone accompagnata da una chitarra.
Di sicuro, non ci aspettavamo nulla di tutto questo. E nemmeno che lo spettacolo superasse di 50 minuti l’orario stabilito, lasciandoci perplessi e disorientati e con la considerazione che, a volte, è meglio restare umili e continuare a farci amare per ciò che siamo e non per tutto ciò che conosciamo.
Marianna Zito