“I passi di mia madre” di Elena Mearini: il percorso interiore di una donna per colmare il vuoto dell’abbandono
L’abbandono e il vuoto
Una mancanza, un vuoto da riempire, una madre assente anche quando c’era. Anche se sono passati tanti anni, Agata non si dà pace. Ha quarant’anni, una casa a Milano nel quartiere cinese, un lavoro che si può gestire come vuole, un padre che ha messo in comune con lei il suo conto corrente. Dentro di sé, Agata ha un vuoto che si fa sentire forte e chiaro, che riesce a tappare temporaneamente con lo Xanax e aggrappandosi alla figura sfuggente di Samuele. Ma il vuoto che radici ha? Agata lo sa bene e decide di andarci dentro, a suo modo. I suoi pensieri confluiscono verso la madre che se ne è andata di casa senza spiegazioni quando aveva dodici anni. Consapevole che la sua vita deve prendere una piega diversa, Agata decide di scrivere di lei, di sua madre, per avere un momento di confronto, per arrivare in fondo a un legame che pur non essendosi mai consolidato, ha lasciato un segno indelebile.
“Come ho vissuto fin qui? Con i miei giorni futuri poggiati su un fondo di indifferenza? Un’ignoranza che ha tutelato fiducia?”
La scrittura e l’introspezione
Elena Mearini scrive il doloroso percorso di Agata nel romanzo “I passi di mia madre” (Morellini editore, Collana Varianti, 2021, pp. 224, euro 15,90) attraverso un linguaggio fluido, profondo, introspettivo e consapevole. Agata ha bisogno di fare luce per andare avanti e dare una svolta alla sua vita, così, pagina dopo pagina si mettono insieme i pezzi di un’infanzia che si è trovata a fare i conti con un grande trauma, l’abbandono, che col tempo non si è dissolto, anzi, ha riempito la mente di interrogativi. Il processo di rivelazione inizia scrivendo della madre, iniziando ogni volta con una citazione di un versetto dal Salmo di Davide.
Una lettura intensa tutta d’un fiato che trova un nuovo ritmo di respiro solo quando si arriva all’ultima pagina.
L’autrice
Elena Mearini vive a Milano ed è autrice e docente di scrittura creativa e poesia. Ha pubblicato una raccolta di poesia per Liberaria editore, Strategie dell’addio, e due per Marco Saya Editore, Per silenzio e voce e Separazioni. Nella narrativa ha esordito con 360 gradi di rabbia per Excelsior 1881, e poi ha pubblicato A testa in giù, Morellini Editore, Bianca da morire, per Cairo Editore, selezionato al Premio Campiello, ed È stato breve il nostro lungo viaggio, Cairo Editore, selezionato per lo Strega nel 2018 e finalista al Premio Scerbanenco. Nel 2019 ha pubblicato per Perrone Editore, Felice all’infinito. Nel 2020 ha curato l’antologia Tra Uomini e Dei per Morellini, ed è presente in diverse antologie di narrativa, tra cui Lettere alla madre (2018) e Lettere al padre (2019), sempre per Morellini, a cura di Anna di Cagno.
Roberta Usardi