“I fiori del male”: il viaggio introspettivo di Oana tra elettronica e sogno
Il mistero suscita sempre interesse e curiosità, soprattutto quando si tratta di musica. Proprio questo troviamo nel disco d’esordio di Oana, “I fiori del male” uscito lo scorso 9 febbraio, a partire dall’artista stessa. Infatti Oana è una cantautrice misteriosa, di cui non si conosce origine né altri particolari a parte l’anno di nascita, il 1992, e la collaborazione con Mr Blackstar per questo esordio discografico. L’EP “I fiori del male” è composto da cinque brani inediti ed è stato anticipato dai singoli “Dentro e fuori” e “Stai con me!”.
Il titolo “I fiori del male” si riferisce all’opera di Baudelaire, ma per l’artista rappresentano un viaggio di introspezione nelle emozioni che si riflette nella musica e che porta chi ascolta a immergersi in atmosfere avvolgenti, a tratti oniriche. I testi incitano a restare nella dimensione sonora che sembra essere staccata da tutto il mondo reale, offrendo un riparo da cui è difficile andare via.
Ma andiamo più nel dettaglio di questo esordio, che mescola elettronica a momenti orchestrali di grande effetto in cui la voce di Oana calza a pennello nella sua dolcezza e delicatezza e, non di meno, sensualità.
“Liberati” porta subito in un’atmosfera cupa e avvolgente con un ritornello ipnotico che si concentra sul titolo del brano, ripetuto più e più volte come un mantra, con l’accento sulla terza sillaba, quindi non un imperativo, ma un dato di fatto;“tra le braccia della notte la divina fantasia si palesa alla mente, mi seduce”.
“Stai con me!” ammalia con l’effetto dell’autotune alla voce applicato all’intro e al bridge, è un brano d’amore con il ritornello in cui emerge, unito all’elettronica, un arrangiamento orchestrale di grande effetto. I versi invocano l’altro invitandolo a restare (“stai con me fuori dal tempo”) e a riconoscere i punti in comune: “principe dei miei inferi, siamo simili nelle nostre carceri, un giorno magari ci rincontreremo nel limbo, senza censura”.
“I fiori del male” è un lento invito ammaliante dato dal giro di elettronica che rimane costante in sottofondo in tutto il brano, poi arricchito dagli archi che portano l’arrangiamento verso un climax emozionante: “perché è così debole la voce che vuole adorare il tuo segreto, vuole procurare il tuo piacere”.
“Dentro e fuori” cambia ritmo e porta un beat mordente che raggiunge il massimo sviluppo al termine del brano, corredato di effetti psichedelici; il cantato è più pacato e esplora note più basse e suadenti, a volte sussurrate, in un testo che vuole portare alla luce la verità: “togliamoci le maschere, si staccano e ci guardano, ti piace questo clima caldo?”.
“Trattienimi” è la metafora di un sogno in cui la voce prende la parola. L’arrangiamento, dapprima essenziale, poi si arricchisce di flauti a rendere l’atmosfera onirica; il testo si compone di dolci parole di persuasione: “trattienimi nei sogni, scordati di te, non temermi, posso farti stare meglio”.
Roberta Usardi
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