“I dimenticati. Dove l’emergenza è la vita” di Pietro Del Re
Come inviato per gli esteri di Repubblica negli ultimi venticinque anni Pietro Del Re ha seguito i maggiori eventi internazionali, portando sempre con sé la sua Leica, l’immancabile macchina fotografica che contraddistingue da sempre i reporter che nel mondo danno voce ai dimenticati della terra.
In questo libro “I Dimenticati. Dove l’emergenza è la vita” (Raffaello Cortina Editore, pp. 288, euro 19), l’autore si cimenta con alcuni dei luoghi in cui durante la pandemia da Covid-19 si continuava a morire di stenti, di tortura o sotto le bombe. In quei luoghi dannati il virus era un problema di poco conto.
“Dall’inizio del 2020 sono stato in Iraq, Siria, Libano, Sudan, Turchia, Egitto, Serbia, Afghanistan, Nagorno Karabakh, Mali, Ucraina, Uganda e Cuba dove ho incontrato persone traumatizzate dai bombardamenti o da spaventose violenze appena subite, reduci da lunghe traversate su piroghe malconce o ancora parcheggiate in campi profughi dove mancavano cibo, coperte e corrente elettrica”.
Un racconto forte e crudo, come solo un reporter di guerra e un giornalista attento a certi temi può dettagliare. È un libro scorrevole, attento e a tratti difficilmente digeribile quello di Del Re. La lettura ci porta a chiedersi il perché siano così pochi i giornalisti italiani che raccontano la verità da certi luoghi della Terra, apparentemente così lontani ma in realtà estremamente vicini a noi.
Secondo l’autore “In Europa siamo molto provinciali, siamo quelli più rivolti verso se stessi. In Nagorno Karabakh sono stato, per le prime settimane, l’unico giornalista di una grande testata italiana”.
Forse è la tendenza a rimuovere i disastri degli altri che pur se geograficamente lontani hanno poi conseguenze drammatiche anche per noi europei. Oppure è l’egoismo che contraddistingue il mondo capitalista occidentale o sarà forse perché la gente non vuol vedere ciò che accade altrove in quanto troppo compresso nella propria comfort zone.
Ecco così che in questo deserto dell’informazione ed in mancanza di interesse dell’opinione pubblica, emerge il reporter di guerra con tutta la drammaticità degli eventi che si porta dietro. Perché, come afferma Del Re, “ Non è soltanto la povertà a generare mostri potenziali, può bastare l’indifferenza”.
Salvatore Di Noia