I Diecicento35 e il nuovo singolo “Estate in plexiglas” – L’intervista
È uscito lo scorso 10 luglio “Estate in plexiglas”, il nuovo singolo dei torinesi Diecicento35; il brano è stato scritto da Lorenzo Bulgarini e Marco Bressello con la produzione di Andrea Fusini. La band, nata nel 2009, ha all’attivo l’EP “Alba” (2012), il primo album “Il piano B” (2016) e il secondo album “Secondo me” (2019). Abbiamo fatto qualche domanda alla band per saperne di più sul nuovo singolo.
“Estate in plexiglas” è il vostro nuovo singolo, chiaramente ispirato a quanto venne proposto come soluzione in spiaggia per l’estate post-Covid19, come avete vissuto il periodo di lockdown e quando avete composto il brano?
Ciao! Come la maggior parte delle persone, il periodo di lockdown l’abbiamo vissuto lontano dai nostri cari, con le dovute attenzioni e precauzioni; abbiamo dovuto pazientare fino alle riaperture per registrare le idee maturate durante lo stop. Abbiamo scritto questo nuovo singolo in pieno lockdown, precisamente quando si iniziava in tv a parlare di plexiglass tra gli ombrelloni e i lettini in spiaggia, sicuri che il popolo italiano non avrebbe rinunciato alle vacanze estive; ci sembrava un’idea paradossale e così, un po’ per sdrammatizzare il momento cupo, abbiamo ironizzato sulla questione scrivendo questa canzone provocatoria.
La copertina di “Estate in plexiglas” raffigura tre versioni di Barbie in un bicchiere di plastica, come avete avuto questa idea grafica?
Cercavamo una copertina dai colori estivi, ma anche contrastanti. Rosa e azzurro, Caldo e fresco! In un momento difficile per il mondo artistico, fare una fotografia reale sarebbe stato complesso, date le condizioni abbiamo costruito un’immagine al pc. Ci è piaciuta subito l’idea di inserire un’icona come Barbie all’interno della copertina. Rispetto agli scorsi singoli è tutto più femminile in questa immagine. Inoltre la bambola più famosa del mondo è di plastica e ci sono numerosi riferimenti nel testo della canzone ad una estate in plexiglas e un mare pieno di plastica. I bicchieri rappresentano il plexiglas per distanziare le Barbie tra loro e la voglia di berci un cocktail in compagnia dopo il lockdown. Tutto questo si sposa alla perfezione con la voce di Carola.
Ascoltando i vostri dischi si sente un’evoluzione del sound, che dal rock di “Il piano B” passa al rock con contaminazione elettronica di “Secondo me”; “Estate in plexiglas” è una nuova evoluzione verso il pop elettronico o solo una parentesi a parte?
Dopo il nostro ultimo lavoro in studio avevamo voglia di mischiare le carte in gioco e cambiare direzione nuovamente. Sicuramente c’è stata una evoluzione, già tra i due album autoprodotti, ma con questo nuovo singolo pensiamo di aver marcato di più le differenze dai precedenti lavori. Lavorare con la musica ti permette di utilizzare linguaggi differenti e abbiamo ridotto all’essenziale l’utilizzo di strumenti da registrare, anche per velocizzare la produzione. È ancora presto per etichettare questo nuovo percorso, ma a noi piace chiamarlo semplicemente POP, poiché è molto esplicito e alla portata di tutti.
“Estate in plexiglas” preannuncia l’uscita di un nuovo lavoro in studio?
Su questo non posso ancora darvi notizie, l’unica certezza al momento è che stiamo producendo nuovi brani sullo stile di “Estate in plexiglas” che non vediamo l’ora di far uscire, ma… tempo al tempo.
Come band esistete da 11 anni, un gran bel traguardo, qual è stata fino a oggi per voi l’esperienza più emozionante?
La nostra band ha subito molti cambiamenti dal 2009, ci teniamo a ricordarlo perché 11 anni sono tanti ma con questa formazione in realtà sono poco più di 5 anni… In undici anni ne abbiamo passate davvero tante e forse scriveremo un libro un giorno che si intitolerà: “Sogni di una band, cose da non fare..!” abbiamo parecchie vicende simpatiche indelebili tra i nostri ricordi: dai concerti, ai viaggi in giro per lo stivale, a nottate da urlo, a concorsi, pestaggi e litigi, persone incontrate e persone perse per strada… Individuare tra tutti i ricordi l’esperienza più emozionante vorrebbe dire sminuire inevitabilmente tutte le altre, inoltre ognuno di noi ne avrà sicuramente una alla quale terrà di più! Per citarne alcune potremmo parlarvi del nostro ultimo concerto all’Hiroshima Mon Amour di Torino, dell’apertura all’Allianz Stadium della partita del Cuore, della finale di Fiat Music con Red Ronnie che presenta l’ultima puntata del Roxy Bar, dell’Edicola Fiore a Roma, del nostro passaggio televisivo al Tg. Insomma, potremmo davvero stare ore a raccontare del nostro vissuto con i Diecicento35!
Con quale band o artista vi piacerebbe condividere il palco?
Non abbiamo preferenze, ci piacerebbe suonare con chiunque! Per citarne alcuni torinesi sicuramente Subsonica, Willy Peyote, Levante.
Andando indietro alle origini, come vi siete incontrati? Chi ha fondato i Diecicento35?
Lorenzo e Marco nel 2009 frequentavano la stessa compagnia di amici, quindi erano già in contatto tra loro e strimpellavano scambiandosi consigli tecnici nei pomeriggi noiosi di Mirafiori sud ! Un giorno a Lorenzo venne l’idea di utilizzare il CAP di zona come nome della band.. è così fu! Carola arriva qualche tempo dopo, ci siamo imbucati a una festa in maschera e subito si crea un ottimo feeling che ci ha portati ovunque negli ultimi dieci anni.
Roberta Usardi
www.instagram.com/diecicento35