I “Cammini di consapevolezza” nel libro di Maria Beatrice Toro
Mi ero riproposto, già da tempo, di presentare il libro di Maria Beatrice Toro “Cammini di consapevolezza” (Morellini Editore, collana Yoga Journal, 2019, pp. 136, euro 13,90), il cui sottotitolo è “L’arte della mindfulness on the road”.
In questo tempo di ristrettezze per l’uscita all’aria aperta, sembrerebbe quasi bizzarro parlare della camminata meditativa. Se lo spazio lo permette è comunque possibile, come fanno i monaci buddisti, l’andare e venire in uno spazio ben definito e, dunque, sia senza sia con le scarpe è possibile camminare anche in casa. Da uno sguardo sommario, possiamo dire che il libro di Maria Beatrice Toro, dall’inizio alla fine, presenta un progetto complesso, affrontato sia sotto l’aspetto puramente culturale – l’attenta bibliografia e sitografia ne sono una testimonianza – sia sotto l’aspetto della religiosità, che da esso traspare. Come afferma l’autrice nella prefazione, l’esigenza mentale, che sottende alla scrittura del testo, riguarda proprio il desiderio di approfondire le ragioni biologiche, psicologiche e spirituali, per cui l’atto del camminare è un gesto tanto speciale quanto benefico. Il camminare, infatti, agisce a più livelli sulla salute del corpo, del cervello, del cuore e della mente. Infatti, il cuore batte con più energia, il sangue circola più vigoroso, il respiro si fa più profondo. Inoltre bisogna anche considerare come la stimolazione interemisferica, data dall’alternanza dell’appoggio del piede sinistro e destro, stimoli il cervello a far parlare le sue due parti. C’è da dire ancora come l’esigenza del cuore, che sorregge il libro, riguarda la voglia di andare sempre più in profondità nella comprensione della stessa pratica del camminare. L’autrice ancora ci parla di come sia presente il suo amore per un “dinamico stare”, e con la mente raccolta, mentre tutto il corpo si muove. La differenza, quindi, tra il camminare e il meditare camminando non esiste. Non dipende dal tempo, dall’andatura, dalla fatica, o dalla lunghezza del percorso, semplicemente dalla pratica di consapevolezza, ossia dall’intenzione con cui si cammina, dall’attenzione che vi si promana e contemporaneamente anche dalla disponibilità a sperimentare la camminata stessa. Mentre si cammina stiamo sempre nel presente. L’autrice ci ricorda, inoltre, come, nel corso dei millenni, i pellegrini abbiano affrontato i cammini sacri.
Il libro si suddivide in tre parti: la prima parla delle esperienze che riguardano il camminare per ritrovarsi, ossia la camminata meditativa, le tradizioni orientali come lo Zen, il contributo fondamentale di Thich Nhat Hanh (“Cammina come se stessi baciando la Terra con i tuoi piedi”) e, infine, le camminate secondo la tradizione cinese; la seconda affronta l’arte della Mindfulness on the road, il camminare con le sensazioni fisiche relative, il camminare con il respiro e con i suoni esterni o avendo in mano le campane tibetane, il camminare con i pensieri; e poi anche l’esperienza dell’autrice stessa che ci mostra i pilastri della consapevolezza, della Mindfulness; la terza affronta i percorsi sulle Orme dei Pellegrini, ossia dei viandanti non per caso. Interessante è, inoltre, l’aspetto della biophilia, ossia il camminare nella natura. In questa terza parte abbiamo anche il mindful running, trovando delle risposte al meditare correndo.
Gli ingredienti che fanno di una camminata una pratica meditativa possono essere innanzitutto rilevati dalla camminata Vipassana. Infatti quest’ultima, come si rileva dal testo, ha un oggetto di meditazione sempre presente e sempre in mutamento, ossia le sensazioni fisiche del corpo ad ogni passo. I momenti che compongono la camminata Vipassana sono sei: staccare il piede da terra, sollevarlo del tutto, muoverlo in avanti, atterrare, toccare e poi premerlo sul suolo. Se dovessero sorgere emozioni troppo forti o pensieri che portano alla rimuginazione, ossia il solo vivere nella testa, è necessario fermarsi un momento e concedersi un istante per guardarli attentamente. Bisogna, in sostanza, sorridere al pensiero o alle emozioni disturbanti e poi tornare alla meditazione camminata. La consapevolezza, infatti, nella tradizione della mindfulness incomincia proprio quando riusciamo a togliere il pilota automatico, cioé nel riuscire a praticare fuori dal modo di vivere abitualmente, in cui reagiamo sempre agli stimoli in modo inconsapevole e distratto, senza prestarvi quell’attenzione che, al contrario, ci consente di accogliere veramente ciò che accade nel presente, momento dopo momento. “Che io possa essere felice in pace, con tutto ciò che viene, e tutto ciò che va. Che io possa essere felice. Con tutto ciò che viene, con tutto ciò che va”.
Il libro contiene anche numerosi esercizi indicati con link e QRcode. Ci si potrebbe chiedere, infine, se, attraverso la meditazione camminata sia possibile raggiungere uno stato di presenza mentale paragonabile a quello della pratica da seduti. L’autrice, nel ricordarci come la teorizzazione del sentiero meditativo laico si deve al biologo Jon kabat-Zinn (“La mindfulness è una forma di consapevolezza che emerge quando orientiamo volontariamente l’attenzione al momento presente in modo non giudicante”), porta la sua riflessione al momento in cui le persone che iniziano a meditare sentono la sensazione di distrarsi di continuo. Per tale motivo potrebbero di conseguenza dare un giudizio negativo alle loro capacità, iniziando a non praticare più. Quindi se pensassimo che la mente è molto dispersa nella meditazione camminata non troveremmo alcun vantaggio. Invece, al contrario, risulta più dinamica, non è noiosa e la sua pratica ci fa bene e può essere praticata in ogni momento. inoltre ci si può muovere dentro qualsiasi stanza, anche se è piccola, si cammina anche quando si va alla fermata dell’autobus, quando si va a prendere il pane o il latte. Insomma tutte le occasioni sono buone per uscire dalla modalità del pilota automatico distratto, in cui spesso ci muoviamo e solo praticando in maniera costante riusciremo a trovare la chiave di ogni meditazione.
Salvatore Sasso