I Bounce Back sono un duo milanese composto da Luca Lodigiani e Roberto Moretti, che ha pubblicato lo scorso aprile il primo singolo “Give you what you deserve” e a fine settembre “Freedom March” ad anticipare il disco di prossima uscita. Li abbiamo contattati per saperne di più su di loro e la loro musica.

“Freedom March” è il vostro secondo singolo dopo “Give you what you deserve”, quando e seguendo quale ispirazione avete composto i brani?

Ciao a tutti, grazie per le domande, abbiamo già sbirciato un po’ e sono molto interessanti. Partiamo dall’ispirazione. A livello strumentale, i brani appartengono al background compositivo di Luca, che nei mesi ed anni si è dilettato in stesura di basi molto diverse tra loro, soprattutto dal punto di vista emotivo. Roberto ha sentito le basi e ha associato l’emozione della traccia col l’emozione del testo che sentiva dentro. Ricordiamo che l’album è una storia di dieci capitoli che parla di rinascita, quindi ogni capitolo ha una sfumatura musicale ed emotiva diversa dagli altri. “Freedom March” è la sfida liberatoria con l’ombra da cui rinascere, “Give you what you deserve” è la richiesta di perdono verso chi si è trascurato quando si era nel mezzo della propria battaglia interiore.

“Freedom March” significa marcia della libertà, un tema molto attuale se diamo uno sguardo a ciò che stiamo vivendo, come avete vissuto questo 2020 in cui la libertà ha limitazioni? Piccola premessa: tutti i brani sono stati scritti pre Covid. Detto ciò, l’abbiamo vissuto con grande rispetto delle norme e delle precauzioni, in quanto la situazione è serissima. Noi abbiamo sostenuto e sviluppato il nostro sogno e il nostro lavoro, seppur con ovvie limitazioni date dalle restrizioni. Siamo però carichi e fiduciosi per il futuro, anche per quanto riguarda la situazione esterna.

Un verso di “Freedom March” dice “inside the silence speaks so loud and I am about to shout” qual è il confine che separa il silenzio dall’urlo secondo voi?

Questa è una domanda da sogno e dobbiamo essere sinceri, la risposta è difficile. Qualsiasi cosa dovessimo dire, daremmo vita ad un commento incompleto, in quanto la domanda stessa può raggiungere profondità incredibili. L’urlo e il silenzio sono due opposti dal punto di vista sonoro, ma sono fratelli dal punto di vista emotivo. Non è detto che chi urla stia peggio di chi si chiude, anzi, forse l’urlo è l’inizio di una rinascita, di una reazione. Il silenzio invece è baratro, è sottomissione. Nel brano il confronto con l’ombra inizia proprio da un urlo in contrapposizione al silenzio che il protagonista percepisce attorno. Nessuno che gli dica che è nei suoi pensieri, nessuno che dica che vede per lui un gran futuro, nessuno che è orgoglioso di lui. Questo silenzio tormenta il protagonista, il quale si ribella. Vuole riempire il silenzio con un futuro migliore.

Il vostro primo disco è di prossima uscita, potete anticipare qualcosa? Avrà tutti brani in inglese?

Sì, è tutto in inglese e vorremmo continuare a scrivere in lingua inglese. È una lingua fantastica e vorremmo migliorare la stesura dei brani, andando sempre più a padroneggiarla in toto. Riguardo all’album, uscirà attorno a Natale, anche se la gestione della pubblicazione è elastica. Nel 2021 pubblicheremo altri due singoli dell’album e saranno molto belli pure loro!

Uscirà un altro singolo prima dell’album?

No, ne usciranno due dopo. Uno dei due in primavera, l’altro ad inizio 2021.

Il nome Bounce Back da dove viene?

Viene da un’idea di Roberto. È un nome musicale, ha due belle B molto “logogeniche” e rivela qualcosa di noi. Ci piace l’introspezione, il processo, il cammino, l’obiettivo.

Come vi siete incontrati e avete formato i Bounce Back?

Ci siamo incontrati su un gruppo Facebook per musicisti e anche il batterista l’abbiamo conosciuto così! Funzionano!! Abbiamo fatto un aperitivo a Milano, due idee, qualche messaggio e si è iniziato. Diciamo che ci siamo proprio trovati…

Roberta Usardi

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