Hystrio Festival: “Oh, Little Man” i capitalisti allo specchio si perdonano sorridendo
Lo spettacolo “Oh, Little Man”, andato in scena nell’ambito dell’Hystrio Festival al Teatro Elfo Puccini di Milano domenica 18 settembre, è uno spettacolo strabordante energia, da cui si esce pensando solo: “avrei voluto durasse di più”.
Questa forse è l’unica nota che ci si sente di fare, ad un monologo che è una lezione di recitazione per chi ha avuto la fortuna di vederlo domenica. Edoardo Sorgente, il nostro imprenditore capitalista che sta per naufragare, ci investe con un’energia potentissima e una padronanza della scena che sfiora a tratti l’esercizio di stile, tanto è estrema. In particolare, è ipnotico il lavoro sui cambi di pensiero, dettati dalla logica del testo, molto stringente, che infatti lo supporta molto bene nei suoi voli pindarici.
La regia di Giovanni Ortoleva, che firma anche del testo, è ridotta all’essenziale: pochissimi elementi in scena e sul corpo dell’attore, quelli giusti. Non si sente la mancanza di qualcosa. Molto bello anche il momento finale di coinvolgimento del pubblico, che ha visto schierarsi gli spettatori rapidamente da una parte o dall’altra, per salvare o condannare l’imprenditore senza scrupoli.
Il testo ci mette davanti alla dinamica capitalista incarnata nell’imprenditore, la sua figura cardine. Lo fa in modo molto leggero e provocante, senza dilungarsi troppo sul perché o il percome. Non possiamo che rivedere dinamiche comuni a tutti, al mondo che ci circonda. Alla fine viene chiesto agli spettatori di scegliere se intervenire per salvarlo dal naufragio oppure no. Molto interessante notare come, in questa replica ma anche nella quasi totalità delle altre repliche che hanno fatto, il pubblico salvasse sempre l’imprenditore.
Ci guardiamo allo specchio, sì, ma alla fine ci perdoniamo sempre con un sorriso.
E. R.