“Ho scritto fine” è il nuovo singolo di Rafel – L’intervista
Lo scorso 9 ottobre è uscito “Ho scritto fine” il nuovo singolo di Rafel, tratto dall’EP d’esordio “Giano”, composto dallo stesso Rafel con Xanthic. Rafel è originario di Cagliari, si avvicina alla musica da piccolissimo e dal 2016 intraprende il percorso da solista dopo l’esperienza in una band. Rafel ha già pubblicato, nell’ultimo anno e mezzo quattro singoli: “Apatica”, “Non succederà più” , “Inesistenti come eroi” e “Notre Dame”. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio.
“Ho scritto fine” è un brano molto intenso, in cui canti “ho scritto fine all’impossibilità”, aprendo le porte alla vita, quando l’hai composto e che impatto ha su di te questo brano ogni volta che lo canti o che lo riascolti?
È un brano molto personale, molto intimo e che, come avrete capito, tratta una parte fondamentale e critica della mia vita. L’abbiamo composto con Xanthic in maniera totalmente naturale. Quando la canto, entro in un mondo a parte, distaccato da questo sistema. Riemergono pensieri, emozioni che riesco a tenere a bada nei momenti normali. Non lo riascolto praticamente mai. Sapete quante volte si ascolta un pezzo prima dell’uscita? Si arriva quasi ad odiarlo.
Nel video di “Ho scritto fine”, davvero molto bello, un elemento importante è quell’ “orologio da solo in città” che “scandisce vite che nessuno sa”, rappresenta la lotta perenne contro il tempo che passa?
È la trasposizione della mia lotta interiore in video. L’ho scritto prima di scrivere la canzone. Dopo ho solo unito il tutto. È la rinascita di un eterno perdente che riesce ad avere una rivincita su se stesso. Se viene guardato superficialmente si rischia di non capire il significato, ma fa parte del gioco anche questo.
“Giano”, il tuo EP d’esordio ha una copertina interessante, come è nata questa idea e anche l’idea di chiamare questo esordio come il dio bifronte?
Il Dio Bifronte, “Giano” , è chiamato in causa, in questo caso, per rappresentare il mio guardare al passato e al futuro in modo tale da poter vivere a modo mio il presente. È sempre stata una figura mitologica che mi ha affascinato per il suo essere così misterioso e così importante. La copertina dell’Ep è stata creata per dare un significato forte al tutto. Ho scelto la maschera perché sono un grande amante de “Il silenzio degli innocenti”.
Nel tuo Ep sono inclusi altri due brani, “Solo un giorno” vede la partecipazione di Vane a duettare con te, come si è creata la vostra collaborazione?
Lei è la mia migliore amica, è una grandissima parte della mia vita. È nata perché l’abbiamo voluto insieme. Lei è una grande persona e questa collaborazione ci ha unito di più. È la mia canzone preferita dell’Ep.
L’altro brano nell’EP è “Chiodi di plastica”, molto diverso rispetto agli altri due, che parte rappresenta della tua personalità?
La parte più ritmica e più cinica. Rappresenta quel ragazzo con una grande voglia di non farsi buttar giù da nulla e che ha la voglia di combattere. Ogni giorno, ognuno di noi, è destinato, nel bene e nel male, a camminare sui chiodi di plastica, ma non tutti riescono a fare il primo passo, quello più importante.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in studio e dal vivo?
A metà novembre uscirà il mio nuovo singolo, e questo sarà l’inizio di un’evoluzione importante musicale. Io e Xanthic stiamo preparando uno show che non possa essere dimenticato. Come annunciato anche dal mio ufficio stampa, ci sono diverse date in ballo. Bisogna aspettare.
Roberta Usardi
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