Harald Gilbers torna in libreria con il nuovo giallo “I delitti del Luxor”
Ho sempre pensato che per scrivere un buon giallo bisogna essere naturalmente portati, perché oltre a un ingegno acuto serve anche una cultura molto approfondita su più argomenti. Questo perché i crimini, dal furto all’omicidio, per essere protagonisti di un genere, devono suscitare sempre nuova curiosità in chi legge, e per i lettori appassionati è proprio la capacità di creare suspense e collegamenti inaspettati tra vari elementi l’ago della bilancia che pende a favore o sfavore di un autore.
Nel caso di Harald Gilbers, ad ogni nuovo romanzo con protagonista il commissario Richard Oppenheimer, non si corre il pericolo di cadere in casi già visti e rivisti o di correre il rischio di lasciare il libro a metà. Harald Gilbers è un maestro di questo genere, e ce lo dimostra ogni volta che pubblica un nuovo romanzo, e anche questa nuova uscita non fa eccezione: a metà novembre 2024 è in libreria “I delitti del Luxor” (Emons, 2024, Collana Gialli Tedeschi, pp. 368, euro 17,50), con il sottotitolo Il commissario Oppenheimer e il killer della pista da ballo.
Berlino, 1950. Finalmente gli approvvigionamenti nel settore Ovest non costituiscono più un problema, e tutti i cittadini possono comprare cibo a volontà, nonostante i segni della guerra e le macerie post bombardamenti siano ancora ben presenti. Dopo anni difficili sembra si possa tirare un sospiro di sollievo. Il commissario Oppenheimer, della polizia criminale, non ha però tregua: la sua amica Rita, ex spogliarellista, denuncia la scomparsa improvvisa dell’amica Lotte e chiede al commissario di cercarla, fornendo dettagli del locale da ballo, il Luxor, che la sua amica frequentava spesso. Lì è possibile ballare fino a tarda notte e, per le donne, è un’occasione per essere approcciate da ufficiali americani e diventare eventualmente loro amanti e mantenute. Rita ha avuto successo in quest’impresa e anche Lotte. Si pensa a una possibile richiesta di ricatto, ma l’ipotesi cade quando, pochi giorni dopo la denuncia, Lotte viene ritrovata senza vita e agghindata in modo strano, come se fosse una santa. Il commissario Oppenheimer decide di indagare sul passato di Lotte e tiene d’occhio il Luxor, che probabilmente l’assassino frequenta. Tuttavia, nonostante le indagini in corso, non ci sono sviluppi importanti, e intanto un’altra donna sparisce, un’americana molto ricca, moglie di un ufficiale americano di alto rango. Per Oppenheimer, in preda alla frustrazione, diventa una corsa contro il tempo e con l’aiuto dei suoi collaboratori, la signorina Murr, l’agente Kubelik e il civile Eugene Peters riesce a scoprire dei dettagli importanti… ma forse non sufficienti per impedire il compiersi di un altro tragico epilogo. Intanto sullo sfondo appaiono nuove minacce di guerra…
Come già accennato, questo romanzo, nella storia, nei luoghi, nei personaggi, è accurato e ben congegnato, le pagine scorrono veloci e la trama principale si dirama fluidamente in altre trame minori, utili per dare una visione più completa della vita del commissario al di là del suo lavoro, così come risultano interessanti i risvolti appartenenti a personaggi secondari.
Harald Gilbers ha fatto di nuovo centro, la sua Berlino è reale più che mai, in particolare la profonda divisione che segnerà la storia della Germania ancora per lungo tempo.
Harald Gilbers ha studiato letteratura inglese e storia moderna contemporanea. Prima di diventare regista teatrale ha lavorato per la televisione. Il primo libro della serie del commissario Oppenheimer, “Berlino 1944” (Emons, 2016) ha vinto il Glauser Preis 2014 mentre il secondo volume “I Figli di Odino” (Emons 2017) ha ottenuto in Francia il Prix Historia 2016. Sono poi seguiti “Atto Finale” (2018), “La lista nera” (2019), “L’inverno della fame” (2020), “Il ponte aereo per Berlino” (2022), “Morte sotto le macerie” (2023).
Roberta Usardi