GUERRA E CINEMA: LA LOGISTICA DELLA PERCEZIONE DI PAUL VIRILIO
Sociologo d’assalto, urbanista esplosivo, filosofo catastrofista, intellettuale disincantato, tutto questo e altro ancora è Paul Virilio. Scrivere di lui allora, non è evidentemente impresa facile perché nei suoi libri più che lo stile troviamo un’enucleazione delle idee quanto mai originali e audaci, eppure reali e vere che, senza dubbio, ci inducono a pensare, ad analizzare ciò che a prima vista non appare o meglio si manifesta in maniera camuffata, non chiara.
Il bellissimo saggio “Guerra e cinema – logistica della percezione” (Lindau, pp. 171, euro 19) analizza l’utilizzazione sistematica delle tecniche cinematografiche nei conflitti: dai primi passi della fotografia militare durante la guerra di Secessione alla Guerra del ’14, che per prima utilizzerà un nuovo sistema di armi formato dalla combinazione di un veicolo di combattimento e di una macchina da presa, guerra dunque di immagini e di suoni, in sostituzione alla guerra degli oggetti. Ciò risulta ancora più evidente nella prima Guerra Del Golfo, dove la rappresentazione degli eventi domina la presentazione dei fatti. Virilio è un analista implacabile delle tecnologie comunicative, tecnologie che producono la sparizione dei corpi, la loro smaterializzazione e la conseguente derealizzazione dell’esperienza: l’uomo altro non fa che osservare il mondo e se stesso mediante lo sguardo indiretto delle macchine, che siano macchine fotografiche, cinema, televisore o computer. Nei conflitti, dunque, l’oculare della macchina da presa, imbarcata a bordo degli aerei, prefigura una acquisizione sintomatica dell’acquisizione di obiettivo: l’immagine ha la meglio sull’oggetto, il tempo sullo spazio, la conoscenza visiva si sostituisce a quella tattile. In tal modo non è più la guerra che crea l’evento, ma viceversa, l’immagine è l’equivalente, anzi sostituisce, le munizioni. Più immagini si hanno più territorio si conquista, perché dal colpo d’arma da fuoco si passa al “colpo d’occhio”.
Nonostante la complessità dell’argomento, “Guerra e cinema – logistica della percezione” di Paul Virilio, risulta un volume di agevole lettura, interessante e indispensabile per conoscere questo grande sociologo, filosofo e urbanista recentemente scomparso.
Francesco de Masi