Gli uomini sull’orlo di una crisi di nervi di Rino Condercuri
UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
Compagnia Amatoriale L’Accademia di Teamus
regia di Rino Condercuri
aiuto regia Marj Chincarini
Mi sono trovata per la terza volta tra il pubblico che segue l’esilarante compagnia amatoriale veronese L’accademia di Teamus, fondata e diretta dal napoletano Rino Condercuri, attore, cantante e regista, premiato più volte per i suoi lavori, appassionato ed eccellente conduttore artistico. Lo spettacolo che stanno portando in scena, principalmente nel Veneto dal 2016, dà sempre applauditi sold out e la chiave della riuscita, oltre al perfetto conclamato copione di “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”, scritto da Alessandro Capone e Rosario Galli, in scena dal 1994 con la prima versione interpretata da Claudia Koll, è un magnifico connubio degli attori professionisti della Compagnia che, per definizione sarebbe amatoriale, ma nella pratica risulta essere di molto superiore. I cosiddetti dilettanti che recitano e studiano per gioco si avvicinano al mondo di chi il teatro lo fa per lavoro.
Lo spettacolo, che è stata inserito nella rassegna estiva Sogni d’estate 2018 del comune di Caldiero, provincia di Verona, permette di sentire la vera gratificazione di poter trascorrere nuovamente una serata di ilarità genuina, popolare, sempre sincera. Gli attori, Rino Condercuri, Gianluca Bianchi, Stephania Lupica, Francesco Mazzi, Mario Mussati trascinano gli spettatori dall’inizio alla fine, con una serie di gag e un ritmo eccezionali, impossibile staccare l’attenzione e perdere il buonumore. La storia, sempre attuale, verte sul solito gruppo di amici maschi incapaci di comprendere le donne ma anche incapaci di rimanere soli. Si dilettano nei rituali maschili del poker, le bevute, gli insulti, i panegirici sull’essere mariti, mariti divorziati, mariti infedeli, novelli sposi, fidanzati, padri, buoni mariti ma alla resa dei conti non sanno vivere senza le donne e di conseguenza stanno male. La crisi del maschio italiano, tra pacche sulle spalle, tranquillanti, tradimenti, telefonate continue alle compagne o alle amanti, riflessioni sul sesso sempre facile ma sempre complicato, sono retti da un testo comico perfetto ma per niente semplice. Gli attori si adattano perfettamente e la comicità italiana alla Totò o alla Paolo Villaggio fa capolino sul palco di questi umili e bravissimi saltimbanchi. Diventa infatti divertente spiare il pubblico che si contorce con le lacrime agli occhi per trattenere le risate che sfociano spontanee e continue. Può essere una sfida portare la risata tra la gente che trasversalmente ha età e culture diverse ela Compagnia riesce nell’intento: ci sono le facce giuste, le voci perfette, la complicità e l’esperienza del palco.
Non bisogna mai sottovalutare una compagnia amatoriale perché la vicinanza del palco alla piazza estiva, al teatro del paese, alle persone che escono e si recano alla rappresentazione teatrale sotto casa, determinano una sorta di potere popolare che, senza illusioni o profonde conoscenze artistiche, decreta con un pollice verso il successo o l’insuccesso della serata. Conseguentemente gli attori sono portati ad annusare ancora di più chi è seduto in platea, hanno un rimando ancora più forte e quindi devono dare tutto, senza risparmio. Il quartetto di uomini in alta crisi decide di dare sfogo alle loro frustrazioni e alla loro libido provando a chiamare una escort. Ci si avvia così verso l’epilogo assurdo, ma anche malinconico, che mostra gli uomini accanto a una vera donna che sa giocare con spensieratezza e sa comprendere le loro difficoltà ma, allo stesso tempo, si rivelerà la faccia della stessa medaglia. Forse la crisi non è solo degli uomini ma è un movimento di semplice assestamento dato dagli inevitabili cambiamenti e alle donne e agli uomini non rimane altro che vivere e ridere. Fosse anche per una sola notte.
Silvia Paganini