Gli ultimi giorni di vita di Jimi Hendrix nel libro di Enzo Gentile e Roberto Crema
Jimi Hendrix è stato un chitarrista geniale che ha portato, con il suo innato talento, un nuovo modo di suonare chitarra e un nuovo stile. Purtroppo la sua vita si è interrotta a 27 anni, il 18 settembre 1970, improvvisamente. Per omaggiare questo grande artista, il giornalista musicale Enzo Gentile, insieme a Roberto Crema, ha scritto “The story of life. Gli ultimi giorni di Jimi Hendrix” (Baldini+Castoldi, 2020, pp. 336, euro 20), che raccoglie testimonianze, articoli, interviste, ma soprattutto ricostruisce gli ultimi giorni di vita di una rock star senza precedenti.
“Oh senz’altro bisogna dare alla gente lo spunto per sognare, in modo che quando riascoltano quella musica potranno sognare di nuovo, perché potrebbero essere in uno stato d’animo differente. I sogni nascono d stati d’animo mutevoli. Noi non siamo altro che dei lunatici.”
Jimi Hendrix appare come una personalità magnetica, osannata e richiesta ovunque, la sua carriera è stata breve, ma indimenticabile, così come la sua produzione musicale e le svariate formazioni con cui ha suonato dal vivo. Con lui si è scoperto un nuovo modo di fare musica, sul palco era un tutt’uno con la sua chitarra, si divertiva e arrivava a suonarla persino con i denti. E tutto questo senza neanche conoscere e leggere la musica. Sarebbe stato uno dei suoi desideri, ma non ha fatto in tempo ad esaudirlo. Tra la fine dell’agosto e la metà di settembre del 1970 Jimi è in Europa per dei concerti che mettono a dura prova il suo fisico, era partito già esausto. Ma Jimi si lasciava trasportare, non riusciva a fermarsi, e questo ha avuto conseguenze sulle sue performance, come quella all’isola di Wight il 30 agosto 1970, in cui la resa musicale è stata discutibile e la sua luce non ha brillato come avrebbe dovuto. A seguire altri concerti in Europa: prima in Svezia, a seguire in Danimarca e infine in Germania al Love and Peace festival a Fehmarn, sul mar Baltico, il 6 settembre, l’ultimo concerto prima di morire. Durante quelle ultime esibizioni Jimi era affiancato da Billy Cox al basso e Mitch Mitchell alla batteria, mentre anche al di là delle esibizioni non mancavano mai le donne, come la modella danese Kirsten Nefer o Monika Dannemann, che fu con lui negli ultimi giorni della sua vita. La morte di Hendrix è arrivata inaspettata, sembra che le cause siano chiare, anche se le testimonianze sono in contrasto tra loro. L’unico dato vero è che una star impareggiabile ha lasciato questo mondo, anche se la sua musica ancora oggi rimane un punto fermo di generazioni di musicisti.
La narrazione dei fatti è precisa e dettagliata e ben si intuisce il modo di vivere di Jimi, spesso senza tregua, in carenza di sonno e al contempo sovraccarico di idee. Il momento del funerale e della lotta all’eredità gettano un velo di tristezza, rivelando la natura più feroce di chi gli stava accanto. Al funerale presenziò persino Miles Davis, con il quale Jimi aveva intenzione di suonare non appena fosse rientrato negli Stati Uniti, ma naturalmente non fu possibile. Nel libro viene delineata anche la situazione storica dell’Italia al tempo della morte di Hendrix e si poggia lo sguardo anche su cosa successe quel dannato giorno oltre alla morte della star. A chiudere questo libro le testimonianze di alcuni artisti in merito alla musica di Hendrix: George Benson, Eric Burdon, amico di Jimi, Pat Metheny Beppe Severgnini, Fabio Treves, Carlo Verdone e una interessante ipotesi di Paolo Fresu e Franco Mussida sulla direzione che la musica di Hendrix avrebbe preso se fosse rimasto in vita e avesse continuato a comporre e a suonare dal vivo.
“Quando ci sono rapidi cambiamenti nel modo in cui gira il mondo, di solito sono l’arte e la musica a sistemare le cose. E anche la prossima volta sarà la musica a cambiare il mondo.”
Anche per chi è nato dopo la sua morte, forse soprattutto per le generazioni successive è importante conoscere e ascoltare la musica di Jimi Hendrix perché ha davvero dato una nuova impronta sonora, qualcosa che ha segnato un’epoca e ha reso la sua memoria immortale.
Roberta Usardi