GLI HOTEL SUPRAMONTE IN CONCERTO AL TEATRO CIAK DI ROMA
Da “Se ti tagliassero a pezzetti” alla canzone che dà il nome alla band, gli Hotel Supramonte, in concerto al Teatro Ciak di Roma il 12 marzo, regalano ai loro fortunati ascoltatori due ore abbondanti di impareggiabili emozioni e dolci suggestioni.
Il gruppo, nato nel 2013 e riconosciuto ufficialmente dalla Fondazione De André, si presenta sul palco del teatro capitolino in una formazione di otto straordinari elementi che con maestria e grazia uniscono i loro talenti, con il risultato di ricreare fedelmente un pezzo dello sfaccettato e meraviglioso mondo del Faber nazionale. Passando da canzoni più “popolari” ad altre meno conosciute del repertorio del sempre compianto cantautore genovese, il gruppo offre una scaletta che nella sua interezza ottiene il risultato di apparire sempre pulsante, con un’energia che non scema mai, ma che anzi raggiunge l’obiettivo di aumentare costantemente il piacere per il pezzo ascoltato e l’attesa per il successivo. Le canzoni sono eseguite senza sbavature dai magnifici musicisti e sono interpretate da un Luca Cionco a dir poco magistrale nella sua prova. A volte, chiudendo gli occhi e limitandosi a farsi accompagnare dai suoni e dalla voce che la serata ti regala, si può tranquillamente pensare di essere stati tra i fortunati vincitori di una possibilità straordinaria: quella di tornare indietro nel tempo ed assistere, live, ad uno dei concerti di Fabrizio De André in tour con la Pfm. Sono infatti diversi gli arrangiamenti della Premiata Forneria Marconi che gli Hotel Supramonte ripropongono nel corso della serata. Interessante, inoltre, la scelta di non eseguire musicalmente ma soltanto in forma recitata, affidandone l’onore dapprima al bravissimo Pietro De Silva per “Amore che vieni amore che vai”, e poi al duo composto dalla perfetta Camilla Bianchini e dallo stesso De Silva per “La città vecchia”, due tra i pezzi più belli di tutta la discografia deandriana.
Stupore, gioia, speranza. Questi i sentimenti con i quali si torna a casa dopo aver ascoltato questi meravigliosi essere umani che, senza dubbio alcuno, portano avanti con grandissima dignità un’eredità il cui peso è difficile solo da immaginare. Figurarsi da sostenere. Ma si è abbastanza sicuri che per Edoardo Fabbretti (batteria, percussioni), Glauco Fantini (basso, cori), Massi Pioppi (pianoforte, cori), Antonello Pacioni (chitarra, mandolino, bouzouki), Serena di Meo (violino, cori), Fisandro Famiani (fisarmonica), Simone Temporali (tastiere,moog, flauto, chitarra, cori) e il già citato Luca Cionco, tutto questo non sia affatto un problema. Anzi.
Giuseppe Menzo