Gli anni del MALE 1978/1982- In mostra al WeGil di Roma la satira della rivista che sconvolse l’Italia
“Oggi è quasi impossibile pensare che all’epoca esistesse un settimanale satirico come il Male, veramente all’avanguardia, avanti di 50 anni, insomma divertentissimo.” Daniele Luttazzi, (da un’intervista sulla rete All Music 2005)
Chi in quegli anni – ahimè – c’era, ricorderà sicuramente lo sguardo sgomento con cui noi fedeli lettori de “Il Male” venivamo scrutati quando, in autobus o in metropolitana, ostentavamo le “finte” prime pagine del giornale. “Arrestato Ugo Tognazzi: è il capo delle BR” era, al non tempo dei social, una notizia così clamorosa e impossibile da verificare che la maggior parte delle persone tendeva a catapultarsi giù dal bus in cerca di un’edicola o a precipitarsi di corsa casa in attesa di edizioni speciali del TG1.
“Il Male”, fondata nel 1978 e morta nel 1982, è stata una rivista satirica italiana, anzi LA rivista che in pochi anni è riuscita a segnare per sempre l’esistenza dei suoi lettori. Nulla di paragonabile si è più visto da allora. Pino Zac, che la fondò e poi lasciò dopo pochi numeri, Vincino, Cinzia Leone, Vauro Senesi, Jacopo Fo, Vincenzo Sparagna (anima e direttore responsabile), e sopra tutti i disegni di Andrea Pazienza, forse il più grande di sempre, di Tanino Liberatore, Angese, Saviane e tantissimi altri sono stati capaci di attaccare tutto e tutti dimostrando di essere veramente sopra le parti, e prevedendo i movimenti profondi della società più di chiunque altro. “Il Male” è stato un fenomeno sociale e culturale, più che una rivista. Un modo di vedere e di interpretare il mondo e di raccontarlo in modo caustico, irriverente, geniale, con Autori-Artisti lasciati liberi di esprimersi senza alcuna censura, e di dare sfogo a tutta la loro creatività e capacità critica verso la società, la politica, la religione. Il loro innocente cinismo non si fermava di fronte a niente: sulle loro pagine anche il cattivo gusto riusciva a diventare arte, e la loro totale mancanza di senso della misura, sempre sconvolgentemente geniale, ci catturava e divertiva indipendentemente dall’essere in linea o meno con le loro idee. Si poteva trovare come allegato a Il Male “dieci grammi di droga gratis”, in realtà una bustina con del pepe, oppure leggere una storia a fumetti che raccontava la scomparsa di Albino Luciani come fosse un ‘giallo’ Mondadori. Non c’erano limiti, davvero.
Certamente furono anni terribili, ma anche straordinariamente creativi, tanto che visitando la Mostra si rimane davvero colpiti e quasi increduli. I “veri falsi” anticipano di decenni, ma in senso provocatorio e non manipolatorio, le attuali fake news. Attraverso la riproduzione “creativa” dei più noti quotidiani dell’epoca, e il geniale perché paradossalmente credibile rovesciamento della realtà, “il Male” ci ha raccontato quell’epoca forse meglio dei quotidiani “originali”. E poi ci sono foto, video di repertorio, caricature d’autore, una ricchissima raccolta di disegni originali e addirittura una riproduzione della redazione che ci fa rivivere l’atmosfera di un giornale fuori dagli schemi e ci fa dire: è morto il Male, Viva il Male!
“Gli anni del MALE 1978 – 1982”, WEGIL, Largo Ascianghi 5 Roma, fino al 6 gennaio 2020
A. B.