Gli anni ’70 in Italia – “Sono Mattia, Scala C” di Alberto Piazzi
Italia anni ‘70. Sesto San Giovanni. Sono questi il tempo e il luogo da cui parte la vicenda raccontata da Alberto Piazzi nel suo secondo romanzo “Sono Mattia, Scala C” (Robin Edizioni, 2019, pp. 560, euro 18).
Mattia Castagna è figlio primogenito di Pino, giovane operaio della Falck e di Agnese: famiglia povera, ma tenace nel provvedere a Mattia e al fratello Uccio, anche se con sacrifici. Fino a quando Pino, un giorno, muore di attacco di cuore e tutta la vita di Agnese, Mattia e Uccio irrimediabilmente cambia e la loro situazione economica precipita. Alla morte del padre Mattia è ancora un ragazzino tredicenne, ma riesce a trovare un lavoretto serale in nero all’interno di un cinema, per aiutare la madre, fino a quando, a quattordici anni, viene assunto alla Falck, la fabbrica in cui lavorava il padre: la casa in cui vive fa parte di un villaggio composto da famiglie di lavoratori della Falck e, per non perderla, farsi assumere è l’unico modo. Mattia però continua anche il lavoro al cinema per arrotondare ulteriormente, ma la stanchezza si fa sentire e una sera viene involontariamente coinvolto in un inseguimento di un delinquente, che si rifugia proprio nel cinema in cui sta lavorando. I carabinieri arrestano entrambi e, senza alcuno scrupolo né verifica approfondita, Mattia viene mandato in riformatorio per tre anni. Nessuno dei colleghi del cinema ha ammesso anche solo di conoscerlo, dal momento che svolgeva un lavoro in nero. La svolta nella vita di Mattia presso Villa dei Gerani a Pizzighettone è costituita anche da grandi amicizie, amore, punizioni; ma pur crescendo, il suo passato lo perseguita e lo mette a dura prova.
Il lettore segue le vicende di Mattia con trepidazione e intensa partecipazione, in alcuni momenti risulta difficoltoso non commuoversi per quello che succede. L’Italia dagli anni ’70 in poi – percorsa nelle zone tra Sesto San Giovanni, Pizzighettone, Cremona e la Val Brembana – è un luogo in cui la giustizia è soggettiva, la violenza gratuita e Mattia, pur non facendo niente di male, si trova più volte bersaglio di crudeltà, pregiudizi e ostacoli, che saprà sempre affrontare, lasciando in lui una viva traccia e sempre portando nel cuore il padre e i suoi insegnamenti. Una scrittura fluida e coinvolgente quella di Alberto Piazzi, una storia toccante, coraggiosa, che fa molto pensare al mondo di oggi, ma che tiene saldi i legami, quelli autentici, soprattutto l’amicizia. Un libro che si divora, perché ogni lettore si trova accanto a Mattia e a ogni evento che gli accade, nel bene e nel male. Nonostante la crudeltà, l’ingiustizia, l’egocentrismo, ciò che prevale é l’umanità.
Roberta Usardi