Giulio Natali e i nuovi esodati
L’autore
“Questioni di testa” (Edizioni La Gru, 2020, pp. 95, euro 12) è la prima raccolta di racconti di Giulio Natali: 22 storie di vita quotidiana a metà tra il tragico e il comico. L’autore ci apre le porte di case non nostre, eppure così fatalmente familiari, case di donne insoddisfatte, uomini che raschiano il fondo, bambini diventati uomini troppo presto e colloqui di lavoro terminati con un ‘le faremo sapere’.
Pagine di realtà
La lettura ci trascina in un vortice di situazioni che lasciano ben poco all’immaginazione, offrendoci tanti spaccati di un reale spesso crudo e privo di speranza. Eppure a veder bene questi corpi muoversi tra le pagine, si riesce a scorgere quanto più di spaventoso esista al mondo: la realtà. La scrittura si fa portatrice di un verismo contemporaneo che ci catapulta in tante possibilità di vita con un cinismo misto a ironia, che ha il sapore della vita di tutti i giorni.
Noi e gli altri
Ciò che più può spaventare e affascinare nella lettura è il rischio di ritrovarsi nelle pagine scritte da qualcuno diverso da noi; un rischio che il lettore percorre per l’intera raccolta camminando in punta di piedi sulle vite degli altri. Potremmo essere pronti a una migrazione e ancora non ne siamo pienamente consapevoli, potremmo essere pronti a spiccare il volo ma non sappiamo ancora di esserne in grado:
I giornali iniziavano a chiamare esodati quelli nella sua situazione, e lui, per non contraddirli, era pronto all’esodo. Prima di lasciare il Motel, diede un ultimo sguardo alla finestra: le V degli uccelli facevano coreografie nel cielo. Chissà, pensò, se migravano anche loro.
Probabilmente siamo tutti sulla stessa corriera del mattino, attendiamo la nostra fermata, vediamo la gente entrare e uscire, ascoltiamo le voci del mondo, sempre le stesse voci, fino al capolinea.
Massimiliano Pietroforte