Giovanni Amighetti e gli “Incontri sul Palco” in occasione dell’Ahymé Festival – L’intervista
“Incontri sul palco”, questo è il titolo del docufilm diretto da Luca Fabbri e ideato dal musicista emiliano Giovanni Amighetti. Uno spettacolo che unisce musica e dialogo in occasione dell’Ahymé Festival Interculturale dell’integrazione. Il docufilm, disponibile su YouTube (qui il link: www.youtube.com/watch?v=b4wfobSfBks) vuole dimostrare come la musica e la cultura non si siano mai fermate nonostante il periodo storico che ha visto lo stop dei concerti dal vivo, ed è stato un modo di creare uno scambio di collaborazioni musicali e approfondimenti culturali. Pertanto, non si tratta solo di un concerto, ma anche di una riflessione a più voci sulla musica e sulla cultura. Hanno preso parte a questo grande evento grandi musicisti come Franco Mussida, Giovanni Amighetti, la violinista Angela Benelli, Moreno “Il biondo” Conficconi, Daniele Durante, direttore artistico del festival La Notte della Taranta, il sassofonista Fiorenzo Tassinari, Francesca Della Monaca, Pier Bernardi, la giovane cantante Prudence e il chitarrista e compositore Luca Nobis, direttore didattico del CPM Institute. Da “Incontri sul palco” è stato estratto lo scorso 25 maggio il singolo e video “Andantino con brio”, ma per saperne ancora di più abbiamo fatto qualche domanda a Giovanni Amighetti.
Come prima cosa vorrei sapere quando nasce l’idea di Ahymé Festival tra Lei e Bessou GnalyWoh?
L’Ahymé Festival nasce nel 2019 dall’idea di Bessou GnalyWoh di potenziare il lato musicale della attività dell’Associazione di Promozione Sociale Colori d’Africa. Quindi in collaborazione con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma e la Fondazione Cariparma abbiamo portato in un arco relativamente breve concerti in questa location esclusiva di musicisti africani quali Ray Lema, Boni Gnahoré (che é il padre e mentore di Dobert Gnahoré), Gasandji, Mokoomba ed una data off dell’attivista e poetessa iraniana Sahar Ajdamsani. Stavamo quindi per far suonare Vieux Farka Touré ma é capitata la situazione Covid che ben sappiamo bloccando prima i viaggi internazionali e quindi totalmente i concerti. Lo spirito di Ahymé Festival – Ahymé significa in lingua Bether “Andiamo insieme” – è un percorso di collaborazione condiviso, quindi già in questi concerti di musicisti africani erano presenti ospiti europei ed italiani.
L’idea di fare un’edizione del Festival a porte chiuse per il 2020 da diffondere su YouTube è stata coraggiosa, ma anche necessaria: quando avete iniziato a organizzarla e come avete scelto gli ospiti e le collaborazioni sul palco?
Nel 2020 dopo il concerto di Gabin Dabiré ci siamo trovati ancora a dover annullare date, era prevista la presenza successiva di Daniele Durante cantautore e direttore artistico della Notte della Taranta, ma mentre ero a visionare alcune location in vigna dei nostri sponsor é arrivata una telefonata di Zhang Changxiao aka Sean White che mi chiedeva dei brani e filmati inediti per il 50° anniversario del rapporto Italia Cina. Abbiamo quindi pensato di soddisfare la sua richiesta facendo convergere in un’unica giornata le date rimanenti dell’Ahymé Festival in questo film-concerto realizzato da Luca Fabbri. La scelta degli artisti l’abbiamo voluta indirizzare a diverse forme musicali che presentassero differenti aspetti storici della musica italiana. Dalla classica contemporanea per la quale teniamo una direzione specifica io Angela Benelli e Luca Nobis, alla musica salentina di Daniele Durante, al prog e Art Rock di Franco Mussida e Pier Bernardi, alla musica da ballo romagnola di Moreno “iil Biondo” Conficconi e Fiorenzo Tassinari. Spazio anche ai giovani con il percussionista Giosuè Scarponi e la cantante ivoriana Prudence. Una scelta articolata e variegata quindi, accolta dai musicisti con entusiasmo e che ha portato per un attimo una boccata d’aria in un periodo in cui era tutto fermo, la registrazione live é avvenuta il 26 Novembre 2020
Il Teatro Asioli di Correggio ha ospitato questo grande evento, come è stato esibirsi su quel palco in mancanza del calore del pubblico?
Da una parte essendo la musica comunicazione é sempre difficile esibirsi senza pubblico, dall’altra erano gli altri musicisti stessi e i tecnici e operatori a dare feedback, c’era un’atmosfera molto positiva e un grande entusiasmo visto il periodo di stop forzato dal quale si veniva e che sapevamo si sarebbe protratto ancora.
Quanto avete provato prima di registrare “Incontri sul palco”?
Ti direi “nulla” ma non é esatto, dipende da caso a caso. Moreno e Fiorenzo suonano assieme da una vita e qui la sfida per loro era eseguire i brani senza alcun supporto ritmico, solo i due fiati. Scelta che avevamo fatto per meglio integrare questa musica folk romagnola con il resto del concerto. Franco Mussida era in una fase di preparazione di brani nuovi per il suo disco, quindi ha portato lo stato del lavoro in quel periodo… Luca Nobis, Pier Bernardi e Daniele Durante sono venuti con arrangiamenti specifici provati pochi giorni per l’occasione. Io Angela Benelli e in un brano Moreno Conficconi abbiamo realizzato i brani suonandoli per la prima volta direttamente sul palco, creazioni istantanee. Per questi ultimi quindi “nulla” é più che reale. Tutti i brani sono comunque frutto di versioni o collaborazioni inedite.
“Incontri sul palco” raccoglie esibizioni davvero uniche, lei sul palco ha improvvisato con la violinista Angela Benelli e Moreno Conficconi, Franco Mussida ha suonato due brani inediti e molti altri hanno creato un apposito contributo, Daniele Durante ha presentato un brano di protesta, verrà pubblicato anche un disco?
Un disco di “Incontri sul palco” no, ma alcune di queste registrazioni andranno come extra ad inizio Ottobre nel disco mio e di Luca Nobis “Play@Esagono” con Fiorenzo Tassinari, Petit Solo Djabate, Jeff Coffin e Valerio Bruno. Mentre Franco Mussida uscirà penso entro l’anno con il suo disco nuovo che conterrà anche le versioni definitive di queste canzoni, mentre con Daniele Durante stiamo preparando un disco-compilation con varie collaborazioni incluse queste registrazioni.
Quali collaborazioni le piacerebbe introdurre nella prossima edizione di “Incontri sul palco”? E con quali altri artisti vorrebbe improvvisare sul palco?
Con Luca Nobis dopo l’evento di Correggio ho iniziato a collaborare in studio e speriamo presto di poterlo fare dal vivo. Anche con Jeff Coffin (sax della Dave Matthews Band e Bela Fleck, vincitore di 3 Grammys etc) sto lavorando a distanza, io allo studio Esagono di Rubiera e lui a Nashville e speriamo presto di poter suonare effettivamente live. Lo stesso con Fiorenzo Tassinari e Petit Solo Djabate, abbiamo realizzato musica nuova “istantanea” in studio ma mai live. Lo studio Esagono di Rubiera é divenuto l’epicentro per queste realizzazioni musicali istantanee avendo gli ambienti e resa sonora che lo permettono. Per i live di Ahymé Festival andremo per lo più a Settembre penso, che i concerti grossi abbiamo comunque dovuto posticiparli, sto vedendo per una collaborazione con il pianista Omer Kleine e recupererò il lavoro con Vieux Farka Touré. Nel 2022 ci piacerebbe mettere un focus sull’universo femminile delle compositrici e produttrici, che in Italia e non solo sono ancora spesso messe in secondo piano. Inizieremo dalla produzione del nuovo disco della polistrumentista cinese Wu Fei, con la quale avevo già lavorato in Shan Qi, con Fred Frith e nell’inedito The Fermi Paradox con astrofisici del JPL e David Rhodes.
Il concetto di integrazione si abbina alla perfezione con la musica, che unisce le persone superando ogni possibile confine: quanto la musica e l’integrazione sono importanti per la nuova realtà della post pandemia?
Sì, la musica é anche e soprattutto un linguaggio emozionale aldilà delle barriere linguistiche, quindi anche attraverso l’interplay aiuta tantissimo nella comunicazione tra culture differenti. Spero che la pandemia abbia portato ad una nuova coscienza delle priorità umane, e quindi come accadde alla fine di gravi sciagure passate porti ad un focus sull’essere umano in sé e a superare supposte barriere culturali o etniche, che nella sostanza sono o dovrebbero essere inesistenti.
Sta già organizzando l’edizione 2021 di Ahymé Festival? Il docufilm sarà un’esperienza che si ripeterà anche in presenza di pubblico?
Ahymé festival sì, anche se sarà ancora in formato ridotto viste le capienze forzatamente limitate, mentre in effetti una giornata con più artisti che potrebbero essere gli stessi, magari proprio all’Asioli può essere una bella idea, grazie!
Roberta Usardi
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