Gianluca Amore: arriva da Padova la voce soul di “Masochist” – L’intervista
La fine voluta di una storia d’amore, tornare a essere “liberi”. Se invece fosse il dolore a prevalere, e soprattutto a piacerci? Ne parla Gianluca Amore nel suo brano “Masochist”. Gianluca Amore è un cantautore e musicista padovano con una folta esperienza alle spalle, anche come insegnante di canto, direttore artistico del coro N.A.M.E. e non da ultimo, musicoterapista. Abbiamo voluto sapere qualche dettaglio in più direttamente da lui.
Ciao Gianluca, è uscito il tuo singolo “Masochist”, in cui canti “melancholy is a state of mind”: ti sei mai sentito così, è un pezzo autobiografico?
Ciao a tutti, sì, “Masochist” è un pezzo assolutamente autobiografico, parla di qualcosa che ho vissuto e che, probabilmente, abbiamo vissuto tutti. La frase citata fa riferimento sia all’emozione provata durante l’esperienza della separazione, sia più in generale, come una mia inconsapevole necessità di avere come “sottofondo” un sentimento melanconico che spesso diventa il filtro attraverso il quale guardare la realtà e creare una narrazione.
“Masochist” ha un videoclip diretto da Ivan Frattina in cui spiccano il bianco dell’ambiente e il nero dei tuoi vestiti, l’unico tocco di colore è la corda blu con la quale “ti piace” legarti, come mai questa scelta?
Ho scelto lo spazio bianco per rappresentare il racconto di “Masochist” svincolato dalle coordinate spazio/tempo, i concetti del brano sono riconducibili alla vita di ognuno di noi. Il nero del mio outfit rappresenta il tormento del protagonista. Per la quando riguarda la corda, il blu è il mio colore preferito, sia per motivi estetici, sia per quello che simboleggia: calma, tranquillità, equilibrio. Volevo rappresentare l’azione di “complicarmi la vita”, in un continuo e ossessivo flusso di prigionia e liberazione, proprio con qualcosa che mi piace, e al contempo evidenziare un paradosso: creare disordine con qualcosa che, invece, dovrebbe ordinare, contenere, tranquillizzare.
Come mai hai scelto di scrivere in inglese, per la tua formazione iniziata dal gospel?
In realtà ho sempre scritto sia in inglese che in italiano. Diciamo che quando scrivo in inglese sono mosso da una idea vocale di linea melodica spiccatamente black, come nel caso di “Masochist”, e in questo senso il mio grande amore per il gospel ha senz’altro influito.
Nel 2017 hai ideato il concerto piano e voce “Disordine” che comprende inediti e cover, diverrà un progetto discografico? A quali brani sei più legato, parlando di cover? In merito agli inediti, si tratta di canzoni in inglese o in italiano?
“Disordine” diverrà un progetto discografico che vedrà la luce, pandemia permettendo, nel 2021. Gli inediti saranno sia in inglese che in italiano, cercando di mantenere un flusso narrativo anche tra generi e lingue diverse. Di cover a cui sono legato ce ne sono tantissime, ma uno dei brani che non mi stanco mai di cantare e vivere nota per nota è “Nothing compares to you”, che ho anche inciso e spero di farvi sentire al più presto.
Negli anni sei stato molto attivo sul tuo territorio, sei insegnante di canto, dirigi un coro e l’associazione musicale Coristi per Caso, cosa ti ha spinto a diventare anche formatore?
Devo dire che la mia carriera da insegnante è partita, come a volte capita nei film, in maniera totalmente casuale. Una mia collega cantante, nel 2011, mi chiese di sostituirla per i mesi della sua gravidanza. Io pensavo scherzasse, perché io, pur studiando canto e musica, non avevo mai insegnato prima, ma lei si fidò di me. E dalla prima lezione ho capito quanto l’amore per l’insegnamento fosse insito in me da prima che io lo sapessi.
Quanto la musicoterapia incide suo tuo modo di fare musica?
In effetti, ho sempre separato la mia vita di artista da quella di insegnante e di musicoterapista. Ma il minimo comune denominatore è il potere immenso che ha la musica di promuovere nelle persone un cambiamento, di attivare un ricordo, un’emozione, una sensazione. E questo mi stupisce ogni volta, e mi fa essere grato di fare musica, di avere la possibilità di far emozionare chi mi ascolta o di fare arrivare qualcosa di nuovo (o almeno lo spero).
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Uscirà un tuo disco in lingua inglese?
Il progetto più grande al momento è quello di pubblicare l’album, sperando di poterlo accompagnare da una promozione anche dal vivo, cantando le mie canzoni, che saranno un po’ in italiano e un po’ in inglese. Chissà, un giorno magari farò uscire anche un disco tutto in inglese, di musica pop accompagnato da un coro gospel di 50 elementi. Intanto sogno, che è gratis.
Roberta Usardi
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