“Fuori le palle. Privilegi e trappole della mascolinità” di Victoire Tuaillon
La mia battaglia non consiste in nient’altro che nell’inventare tecniche specifiche per fabbricare libertà. Poiché la libertà non esiste, bisogna inventarla” – PAUL B. PRECIADO –
“Fuori le palle. Privilegi e trappole della mascolinità” (add editore, 2023, pp. 288, euro 18, traduzione di Chiara Licata e Giulia De Marco) nasce dallo studio di saggi, articoli, discussioni, dibattiti sulla mascolinità, in cui la giornalista e femminista Victoire Tuaillon si è imbattuta durante il suo percorso lavorativo. Questo studio nasce in primis come podcast per poi trasformarsi in questo interessantissimo volume.
L’indagine della Tuaillon è, innanzitutto, un’indagine politica sulle questioni relative alla mascolinità, che non sono affatto un segreto, anzi sono situazioni che conosciamo bene tutti e con cui ci scontriamo quotidianamente: posti di potere occupati da uomini, pagamenti maggiori sempre riservati alla medesima categoria, per non parlare, invece, di quei lavori a uso esclusivo femminile, sottopagati o addirittura non riconosciuti
Si inizia con un dialogo introduttivo con la filosofa Olivia Gazalé sui canoni dell’uomo, e quindi della virilità, già a partire dall’antica Roma e dall’antica Grecia. Seguono riflessioni e scambi di opinioni tra altri studiosi e studiose, con l’obiettivo di arrivare a creare una consapevolezza maggiore sull’argomento trattato, se non addirittura di riuscire a cambiare prospettiva sul reale senso della parola libertà, raggiungibile solo con la parità tra tutti gli esseri umani.
I diversi saggi vanno a toccare argomenti cardine dello studio della giornalista Tuaillon, come, ad esempio, la “nascita” della mascolinità, quindi la sua costruzione sociale, storica e culturale sin dai primi anni dell’infanzia, nonché le differenze prettamente fisiologiche che diventano metafora dei ruoli che i due sessi occupano nel mondo.
Come ben sappiamo, ci sono i “privilegi” che spettano a questa categoria di persone nei vari contesti sociali e lavorativi; ci sono episodi definiti come di “sfruttamento” e altri di “violenza”. Il discorrimento è lungo e approfondito, su argomenti che conosciamo bene e a cui abbiamo, erroneamente, quasi fatto l’abitudine. E qui subentra il femminismo con il suo significato.
Cosa vuol dire, quindi, essere femministe, secondo Victoire Tuaillon? Semplicemente credere “all’idea rivoluzionaria che le donne siano essere umani”, in un mondo dove la dominazione maschile è evidente; questo per sottolineare che dovrebbe essere una prerogativa di tutti poter vivere felici e liberi, “senza disparità” e sempre nel rispetto della volontà di ogni essere umano.
“Fuori le palle” è un libro profondo, fermo e polifonico, come lo definisce Vera Gheno nella sua Postfazione. Uno strumento di conoscenza e di consapevolezza, che ci spiega la realtà così come è, senza mezzi termini e attraverso dati e documenti certi e una voce ferma e sicura di sé, come quella di Victoire Tuaillon, attraverso la radio prima e la scrittura poi.
Marianna Zito