“Fuck Me(n)” con la regia di Liv Ferracchiati all’auditorium Fausto Melotti di Rovereto
Il testo di “Fuck Me(n)” è scritto a sei mani da tre drammaturghi di spicco: Giampaolo Spinato, Massimo Sgorbani e Roberto Traverso. Parla di tre generazioni di uomini, con vite diverse, ma che hanno in comune l’archetipo del superuomo: sono Fuck Me(n) che non chiedono mai, non sbagliano mai, non si mostrano nella loro vulnerabilità, se non messi alle strette. Nei dialoghi e monologhi i temi sono il potere, l’educazione e la paternità, sotto forma di confessioni e accuse.
Senza pretese, lo spettacolo descrive ciò che possiamo osservare quotidianamente nel nostro mondo sociale, uomini che, sotto una maschera di forza e potenza, nascondono una fragilità inesplorata e preziosa.
“Fuck Me(n)” è un testo composto da tre monologhi con all’apparenza tre identità autonome:
“Il professore animale” di Giampaolo Spinato ha come tema fondamentale il potere nelle sue diverse declinazioni, anche sessuale. Protagonista è un uomo di sessant’anni, professore universitario, stimato dalla comunità accademico-scientifica, con una fortissima sessualità e attrazione verso le sue studentesse. A tratti manipolatore e approfittatore, con un linguaggio oggettificante, è un maschilista sottomesso al suo stesso desiderio. La sua fragilità emerge nel momento in cui questo uomo sicuro di sé rischia, una sera, per un imprevisto, di mettere a repentaglio la sua posizione sociale.
“Tracce mnestiche di un padre di famiglia” di Massimo Sgorbani, ha come oggetto principale l’educazione che un padre impartisce al figlio. Il padre tramette al figlio la sua idea personale del mondo attraverso la narrazione degli incontri di Cassius Clay, in netto disappunto e disaccordo con la madre del bambino. A un certo punto il figlio, mettendo in pratica questi insegnamenti a scuola, arriverà a uno scontro con lo stesso padre-maestro, che avrà un esito misterioso.
“Sunshine” di Roberto Traverso è un testo di particolare dolcezza e delicatezza. È la storia di un padre che racconta ad un interlocutore la storia della sua vita familiare e di coppia, del suo mondo interiore, e della nascita e crescita del figlio, del suo rapporto con la madre, e della sua estraneità di genitore. È un uomo italiano medio, occupato da lavoro, preoccupazioni, famiglia. L’apparente crisi matrimoniale guida verso l’episodio tragico, in cui lui dimentica il figlio in macchina in un giorno di agosto. Era veramente amore ad animare il discorso o un senso di colpa tremendo, un tentativo di discolparsi?
La scenografia essenziale lascia posto agli effetti di luce, a opera di Emanuele “Furetto” Cavazzana, fondamentali nei passaggi più importanti, e ai costumi bizzarri di Laura Dondi, nettamente e volutamente in contrasto con l’autoritratto di questi uomini distruttivi e banali.
In sostanza, quello che ci vuole mostrare in questo spettacolo è una maschilità tossica, intergenerazionale, nutrita socialmente attraverso stereotipi e aspettative di genere. Una maschilità che produce una distruzione che si osserva quotidianamente, e che impedisce alla vulnerabilità umana di mostrarsi; ed è con il denudarsi dei tre Fuck Me(n) che essa viene rappresentata.
Maria Lombardi
Compagnia Evoè!Teatro
FUCK ME(N)
Tre studi sull’evoluzione del genere maschile.
Di Giampaolo Spinato, Massimo Sgorbani, Roberto Traverso;
Regia Liv Ferracchiati
Con Giovanni Battaglia, Emanuele Cerra e Paolo Grossi.
Disegno Luci: Emanuele “Furetto”Cavazzana;
Scenografia: Lucia Menegazzo;
Costumi: Laura Dondi;
Sound designer: Gianluca Agostini.
Produzione: Evoè!Teatro
Con il contributo di: Fondazione Caritro, PAT – provincia autonoma di Trento e Comune di Rovereto. Con il Patrocinio del Centro Antiviolenza di Trento – Coordinamento Donne Trento.