Fractae e il nuovo singolo “Wasabi” – L’intervista
Il 26 febbraio scorso è uscito per RKH “Wasabi”, il nuovo singolo di Fractae, alias Paolo Caruccio, cantautore, polistrumentista e produttore torinese. “Wasabi” è entrata a far parte della playlist “Scuola indie” di Spotify. Abbiamo fatto qualche domanda all’artista per saperne qualcosa di più.
“Wasabi” è una spietatissima canzone che parla della fine di un amore, con un ritornello molto forte, come è nato?
Ciao! È nata da una scritta su un muro, quel “mi manchi ma fai schifo” mi sembrava tanto brutale quanto poetico.
La copertina del singolo mostra sfondo bianco con in primo piano un coltello con tracce di wasabi sulla lama, da dove viene l’idea? Mi sembra un tentativo più che riuscito per sdrammatizzare quel “non so prendere la vita con filosofia” che canti…
Mi piacciono le copertine pop, minimali e di impatto, il coltello d’oro è l’elemento zarro se vuoi, lo “schizzo” di Wasabi serve a stemperare come a voler non prendersi troppo sul serio. Ci ho lavorato io insieme a young Nacci, grafico super talentuoso di RKH Studio.
Nonostante i tuoi brani abbiano sempre una vena elettronica, la resa in acustico è ottima, come si vede dal live fatto all’Open Space, con solo chitarra elettrica e voce. Quando sarà possibile, come suonerai dal vivo?
Grazie, entrambe le anime fanno parte di me, quella più acustica arriva dallo studio della musica classica, quella più elettronica dal mio debole per il clubbing, soprattutto quello più underground. Mi piacerebbe poter sviluppare entrambi i mondi dal vivo, ad esempio in base alla location o al tipo di evento.
Il 21 aprile è uscito un singolo in collaborazione con Kharfi, MIDIcal e Young Decade, scritta e prodotta in una sola sera, ci racconti un po’ della genesi del brano e di come è nata la collaborazione?
La sfida era quella di scrivere e produrre un brano in una sola sera appunto, io ci ho messo la voce e le parole (insieme a Roberto Chetti); con quasi tutti i ragazzi che hanno preso parte al progetto era la prima volta che collaboravo, è stato super.
Hai in progetto l’uscita di un disco?
Per adesso no, la musica si consuma velocemente e penso che oggi pubblicare singoli sia più conveniente per un artista emergente.
Da dove nasce il tuo nome d’arte Fractae?
Arriva dal latino, si può tradurre con “frammenti” e fa riferimento a come ho iniziato a produrre le basi: campionando samples di altre canzoni per farli diventare qualcos’altro.
Roberta Usardi
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