“Fino a 21” di Cristina Ki Casini & Henri Toulouse-Lautrec
“La vita può essere sale in bocca o un nulla che ti inghiotte, lui invece era il posto a cui tornare”
Cristina KI Casini, con il graphic novel “Fino a 21” (2022, Barta Edizioni, pp. 88, euro 15) compie un miracolo. Allineando e assemblando tra loro quadri, schizzi e manifesti di Henri Toulouse-Lautrec, mette in atto quella tecnica che nel cinema è chiamata mash-up e che, attraverso immagini cinematografiche tratte da archivi, collezioni e repertori, porta alla creazione di una narrazione autonoma, lavorando sui frammenti scelti; e ci racconta la storia passionale e straziante di Pier e Nanà – due artisti circensi – tra i locali, i bordelli e le bettole di una magica Parigi di fine ‘800.
“I sensi di colpa, e compagnia bella, se li possono permettere solo i puri di cuore e chi è nato coi soldi… e noi, Pier, noi non siamo nessuno dei due”
Un lavoro profondo e disarmante, che ci porta nei quartieri della belle époque, dove tutto sembrava possibile e dove tutto, allo stesso tempo veniva, in un attimo, portato via. E tra la vita dannata di artisti, ballerine, cantanti, prostitute e poeti maledetti si anima e si consuma miseramente una meravigliosa storia d’amore, piena di promesse e ostacoli.
“Dovevo vincere per poter tornare da lei”
Osserviamo il quadro Gustave Lucien Dennery (1883) diventare Pier De Champs, mentre la prostituta del dipinto La toletta (1889) o La Goulue entra al Moulin Rouge (1892) diventano Nanà Malanima: da ballerina a cantante e da stalliere a fantino, due anime piene di sogni che, in sei capitoli, alternano le loro voci per raccontarsi e narrare della loro triste storia e di quella flebile speranza che li unisce. Li troviamo raffigurati nei dipinti Le lit (1893), Dans le Lit le Baiser (1892) o Le baiser (1892), mentre la società do Montmartre si diverte Al Moulin Rouge (1892-1895) e al cafè-chantant Divan Japonais. (manifesto del 1893).
“Ma ogni giorno compio il mio incantesimo e tutte le notti faccio un sogno”
“Fino a 21” è un viaggio onirico nel tempo. A volte, non ci resta che contare, magari fino a 21, per rientrarci in quel sogno rimasto dentro di noi. Senza spazio e senza tempo.
Marianna Zito